Tutto fermo, tutto in movimento.
Si sa, la politica costa. Lo sappiamo bene noi che dal dopo guerra in poi abbiamo finanziato partiti, partitelli con annessi e connessi. Lo stiamo ancora facendo, che cosa credete e non c’è differenza con il prima B. se non per i valori. Oggi tutto è più caro.
In Romania c’è una differenza sostanziale, anche se i principi sono gli stessi. Qui non c’è valore che non si possa “aggredire” bisogna solamente stare attenti ai periodi in cui si muovono. Si perchè, gli addetti ai lavori, possono interessarsi dei loro affari, ma se il clima politico non lo permette, se si è in odore di cambiamenti, allora occorre un’attenzione maggiore. Poi, in momenti particolari come quelli di questi giorni, con la scusa della Pasqua, ma in realtà è il congresso del partito a dettare le regole, tutto si è fermato.
Non mi sono mai voluto aggicinare alle attività collegate, anche lontanamente, aventi a che fare con il pubblico. Non credo debba spiegarne i motivi, ma mai come in questo caso ho avuto ragione. L’occasione, anche se sarebbe meglio dire l’idea, era nata in virtù di alcune opportunita, tra le altre cose veramente concrete, che si sono manifestate all’inizio di quest’anno. Uno dei canali da poter attivare era anche il pubblico. Ero in qualche modo preparato ed in un certo senso curioso, ma mai e poi mai mi sarei aspettato quanto ho sentito riferirmi. Premetto che tutto è avvenuto come per sentito dire, nel senso che, a me, non è stata formulata nessuna proposta direttamente. A quanto pare, le fonti riportano, che il sistema è talmente putrido che oggi si parla di dover anticipare somme che rasentano il 30% del valore dell’appalto anche se non c’è e non può esserci la garanzia che il tutto sia, successivamente, approvato.
Per quanto sconcertante non è la richiesta in generale che mi sconvolge, ma il fatto che ci siano moltissime persone, società ed organizzazioni che, accettando e soddisfando le richieste, alimentano questo sistema. Ho paura che non ci sia speranza e non lo scrivo a cuor leggero, anzi. In occasione di una riunione Rotary ho proposto una sorta di provocazione ad alcuni amici Rotariani che si occupano di politica.
UNi, i più giovani e non addentro alle logiche dei partiti, erano quasi eccitati dalle idee che avrebbero potuto portare l’immagine della loro sezione a livelli decisamenti migliori di quella di cui attualmente gode. Quelli attivi, dopo aver gentilmente ascoltato e, qualche volta sorriso, in amicizia, hanno consigliato di lasciare stare.
Non ha importanza il soggetto in questione, bensì la conferma che uomini bisognosi di una rivalutazione politica, ben consapevoli che le idee, per quanto embrionali, avrebbero potuto avere un potenziale successo, abbiano immediatamente dichiarato la loro impossibilità a muoversi ed, addirittura, a proporre, a chi di competenza, quanto stava nascendo.
Questa sorta di test, anche se non può essere considerato valido come campione, non porta altro che a confermare quanto sto da tempo pensando. Qui, in ROmania, ma credo che anche il nostro Paese non sia immune, per poter concretizzare qualcosa delle nuove idee, occorre disboscare, sradicando anche i busti dal trerreno, tutti i bochi, tutte le boscaglie ed i gineprai che hanno infestato della buona terra fertile.
Visto che la storia si ripete, non c’è differenza ideologica tra questi pensieri, ancora sopiti dalle comodità di cui ci siamo e siamo stati circondati, da quelli che hanno mosso le più sanguinose e profonde rivoluzioni della nostra storia, di quella umana intendo.
Se poi ci soffermiamo qualche secondo meditando quanto sottili sono i fili che mantengono ai vertici uno od un altro personaggio, quanto effimeri e delicati sono gli equilibri sottostanti, ci rendiamo conto che stiamo vivendo ed abbiamo sempre vissuto su di una immensa potentissima polveriera.
Gianluca Testa