Spazio Italia - Radio Timisoara

Posts Tagged ‘unimpresa’

Spazio Italia - Radio Timisoara

24/06/2010

Proposte & Crisi.

Tags: , , , , ,

In questi ultimi tempi non si parla altro che di crisi e non solo in Romania.
Le lotte, spesso demagogiche, vengono portate avanti solo allo scopo di guadagnare consensi. La fame non è stata sedata con gli anni passati a governare e, ripulire, la tavola imbandita.
Adesso si tassano i buoni pasto. Alcuni li ridurranno, altri li elimineranno, “tanto dove vanno a trovare lavoro”?
Non voglio entrare nel merito di questa o quell’affermazione, non mi basterebbero una decina di pagine di questo blog. Quello che vorrei dire è che in momenti come questi c’è bisogno di una coesione ed una visione il più allargata possibile che vada a supporto di coloro i quali, piaccia o no, si trovano al comando in questo momento.
Una delle attività che potrebbero iniziare le varie organizzazioni padronali, Unimpresa in testa, potrebbe essere quella di evidenziare alcune sachhe di spreco ancora attive ed, inspiegabilmente, ancora non prese in considerazione.
Una tra tutte la questione delle false malattie.
Il costo per lo Stato è immenso, inoltre l’immagine che ne deriva da questo comune espediente, è a dir poco disastrosa. M permetto di evidenziare alcuni aspetti:
– Le aziende pagano i primi 5 giorni di malattia
– Lo stato copre il resto
– i “malati” medi, se devo predere a modello le aziende dove ho lavorato fino ad oggi, erasentano il 12% al giorno, ogni giorno.
Facciamo due conti. Se la classe lavorativa attuale è formata da almeno, supponiamo, 4 milioni di persone, questo vuol dire che il 10% è uguale a 400.000 persone che ogni giorno rimangono a casa per “malattia”. Supponiamo che almeno il 40% di queste persone, di fatto, stanno benissimo, questo significa che 240.000 persone stanno rubando ogni giorno la bellezza di 1.762.500 Euro. Se per almeno i primi cinque giorni, questi soldi vengono letteralmente rubati alle società (parte delle quali sono anche statali) dal quinto giorno in poi questo salasso va direttamente ed integralmente ad intaccare le esanimi casse dello Stato. Quindi, anche se il calcolo è di fatto leggermente diverso, se togliamo 5 giorni ai 21 medi mensili per 11 mesi lavoratici circa all’anno, abbiamo totalizzato un costo puro di 28 milioni di euro al mese e di circa 310 milioni di euro all’anno!
Ammetto che i calcoli di cui sopra devono essere sucuramente rivisti, ma la sostanza resta.
Quindi, secondo le nostre c, scomodando il signor Paretto, possiamo asserire con forza che lo sforzo fatto qualche mese fa dal Governo BOC, nel tentativo di arginare il fenomeno delle assenze per malattie, deve essere assoutamente ripreso e riorganizzato al fine di rendere il sistema di controllo realmente efficace.
In primis, se mi posso permettere un suggerimento, non devono essere le aziende a verificare se il dipendente è o non è a casa. Questa attività deve essere demandata a dei medici fiscali, strapagati, i quali avranno tutte le competenze per stabilire se il dipendente è o non è realemnete malato. Se il diagnostico redatto dal medico curante è corretto, se il paziente ha acquistato e gli si sono somministrate le medicine e così via dicvendo. Se tutto questo non dovesse essere corrispondente a quanto verificato, il caso si dovrebbe chiudere in tribunale per appropiazione indebita, leggasi furto.
Può darsi che sembri estremamante radicale, ma qui stiamo parlando della Res Publica, no balle!
Gianluca Testa

Spazio Italia - Radio Timisoara

28/04/2010

Ancora Unimpresa.

Tags: , , , , ,

Cancello l’articolo da me pubblicato ritenendolo, a posteriori ammetto, una disdicevole mancanza di stile per la quale, in sede e luogo appropriato ho chiesto scusa.
A riprova di tale gesto riporto parzialmente un estratto della mia dichiarazione a beneficio di coloro i quali non hanno potuto assistere all’evento di cui sopra.
…omississ…
“Prima di continuare desidero porgere le mie scuse per essermi permesso una caduta di stile nella stesura di un articolo apparso sul sito Spazio Italia. Chiedo venia a chiunque si sia sentito offeso e denigrato dalle mie parole. Sono disponibile, ovviamente, a qualunque tipo di confronto, su qualunque tema e con chiunque lo ritenesse opportuno, nella speranza che questo possa arginare il desiderio di denigrare, sia l’operato che la persona di chicchessia approfittando del fatto che questa non sappia mai chi sia la fonte delle accuse o delle offese.”
…omississ…
Gianluca Testa

Spazio Italia - Radio Timisoara

24/04/2010

Unimpresa Timis

Tags: , , , , , , , , ,

dsc_3110Per curiosità, dato che dopo anni d’uso linguistico promiscuo avrei potuto confondere, o quanto meno, dimenticare il significato di alcune parole, ho speso qualche minuto per ricercare il significato della seguente parola:
– Rappresentante
Nel “Grande dizionario della lingua Italiana” Hoepli troviamo i seguenti significati:
– Rappresentante: “che rende noto qualcosa, percepibile” – “che simboleggia qualcosa”
Adesso trasliamo alle recenti elezioni che hanno visto il consiglio direttivo di Unimpresa Timis rieletto, anche se sarebbe meglio dire eletto, dato che dalla sua costituzione queste sono state le prime elezioni pubbliche.
Ma perchè parlo di Unimpresa? Ne parlo perchè ho un profondo senso di vergogna per quello che è accaduto, per le persone che sono state “elette” e, soprattutto per il contrasto tra il termine di cui sopra abbiamo approfondito il significato, e coloro i quali “rappresentano” la comunità italiana che ha deciso, consapevolmente ed inconsapevolmente, di dare vita e linfa a questa associazione.
Nelle mie parole di amarezza e, lo confesso, anche un po’ di contenuta rabbia, dato che sono uno dei soci fondatori di Unimpresa Romania, associazione nata dalle radici di “Fundatia” ed alimentata dal desiderio dei più di dare vita ad un’associazione realmente rappresentativa e capace di promulgare, condividere ed alimentare i segni distintivi della nostra classe imprenditoriale, agevolando la proliferazione dell’italiano pensiero in una nazione, la Romania, dove ahimè, il timbro del “maccaronaro” è ben più radicato che qualunque altro marchio italiano. In virtù ed in nome di tale desiderio, forse un po’ naive, ma decisamente radicato e condiviso dai più che hanno dato vita all’associazione, ho lavorato e mi sono speso per raggiungere dei risultati che potessero servire anche ai miei colleghi associati e non. L’apoteosi è stata raggiunta, quando grazie a non pochi sacrifici e difficili intrecci politici ho fattivamente contribuito, con l’aiuto di alcuni improbabili colleghi, al tempo Presidenti di due delle più importanti organizzazioni Sindacali rumene, a ridurre da diciassette giorni a cinque la base contributiva delle aziende sui giorni di malattia dei propri dipendenti. Questo episodio, sconosciuto ai più, ha permesso di ridurre sensibilmente, dodici giorni di contribuzioni che sono passati allo Stato, i costi di tutte le aziende, italiane e non. Oltre a questo eclatante esempio, ve ne sono stati molti altri, forse di minore impatto economico, ma sicuramente di alto contenuto intrinseco, votato ad elevare, anche se di poco alla volta, l’immagine dell’impreditore italiano, promuovendelo da “banditello maccaronaro allupato” a piccolo, medio, grande impreditore.
Oggi, per tornare al mio sconforto arrabbiato, questa entità, mutata e mutilata delle più elementari nozioni di base, rappresenta il mondo impreditoriale italiano dell’Ovest rumeno con persone sconosciute, prive di storia imprenditoriale, assolutamente non rappresentative, anzi espressione di quel malcostume ed attitudine faccendiera che hanno portato la nostra comunità ad essere appellata “maccaronara”.
Noi dov’eravamo? Si, è vero, dobbiamo anche evitare di entrare nel qualunquismo, noi, quasi tutti noi non c’eravamo. Noi, io, gli altri che avrebbero titolo per rappresentare, si sono trincerati nel disgusto generato dall’ignoranza e bassezza di molti degli usurpatori del titolo di rappresentanti, presidenti, che approfittando del vuoto creato dalla crescente ed irrefrenabile sensazione di disgusto, generata dalla miserrima capacità di non osservare lo Statuto, le Regole con la sfrontatezza e l’arroganza di chi è forte perchè attorniato da acclamante gente ancora più inetta, protetta dalle nobili regole della democrazia, mutilata dall’assenza dei nauseati, si sono appropriati di titoli di “Presidente”, “Vice Presidente”,”Consigliere” in poche parole di “Rappresentante”.
Qualcuno ha resistito, forse per errore, nel coacerbo di tracotanta miseria, ma, a ragion veduta, pur potento approfittare delle dimisssioni in diretta, poi a ragione ritirate, altri ha subitamente rifiutato l’onta del ripescaggio. L’unica persona che avrebbe avuto, che di fatto ha i titoli di rappresentare qualcuno, per base culturale e titoli imprenditoriali, ritirando le dimissioni, pro forma non accolte nella convinzione, a torto, che l’orgoglio avrebbe prevalso sull’opportunità, ha lasciato aperto uno spiraglio per coloro i quali, bruscamente svegliatisi dal letargo qualunquista della mancanza di tempo ammantato dal disgusto della miseria delle questioni affrontate e dal modo di condurre le attività dell’Associazione, adesso sentono il bisogno di prendere in mano una lancia, non per spezzarla in favore ma per scagliarla contro questo indicibile collettivo, cozzaglia di nessuno bisognoso di appartenere a qualcosa per soddisfare le proprie frustrazioni di non essere, per lo più, nemmeno nobili sconosciuti.
E’ arrivato il momento di non permettere più a costoro di giocare con il nostro pensiero di associazione. E’ arrivato il momento di non permettere a nessuno di erigersi a rappresentante di qualcun altro che, ha tutti i motivi e le ragioni di essere imbufalito da una simile situazione.
Cenere sul capo per l’assenteismo causa di tale sfacelo, cenere e vergogna, consapevoli che un solo minuto di autocommiserazione è stato sufficiente. Adesso passiamo ai fatti.
Gianluca Testa