Spazio Italia - Radio Timisoara

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29/06/2010

Ed intanto in Italia…

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Cannolo SicilianoOggi vedremo cosa succede con il nostro Senatore dell’Utri. Il Pubblico Ministero ha chiesto altri de anni di reclusione oltre i nove ai quali è già stato condannato in primo grado. Certo che se il disegno terroristico-politico-mafioso fosse provato, il capo della così detta “cricca” non potrebbe essere processato, dato che sarebbe leggittimamente impedito a rispondere allo Stato. Non male.
Tutto questo, considerando che a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia, di sicuro sconcerta.
La tesi che si va, via via, delineando è che alcune menti “illuminate” avrebbero approfittato del “la” suonato dal Riina con le stragi di Capaci e Via d’Amelio a Palermo, sfruttando al volo la potenzalità emotiva da questi attentati generata nella coscienza comune, al fine di permettere ad una “forza nuova” di prendere il potere in Italia. Allora si sarebbe chiesto un ulteriore “aiutino” con gli altri due attentati che, pur di stampo mafioso non avevano nulla dello stile mafioso, progettando addirittura un terzo a Roma all’Olimpico che avrebbe potuto dilaniare almeno cento carabinieri. “Aiutino” questo per smuovere gli ultimi indecisi. In cambio cosa? Bhe è chiaro, un’attività più rilassata nei riguardi dei mafiosi incarcerati, ed un’attenzione mirata a non rafforzare alcune leggi sopattutto in materia di patrimoni sequestrati, oltre alla meravigliosa possibilità, tutta italiana, di condonare i miliardi frutto di sangue terrore, depositati all’estero.
Qualcosa, sembra, che non abbia funzionato come avrebbe dovuto. La mafia ha iniziato a parlare. Non ci si pente a caso e, almeno io credo, senza uno scopo ben preciso.
Quindi aspettiamo, così come aspetta il Senatore dell’Utri, il Presidente Berlusconi, e tanti altri al loro codazzo. Aspetta anche l’ex vice re della Sicilia, “vasa vasa”, amante dei cannoli oltre che delle effusioni pubbliche. Aspettiamo anche noi, che tutto faremo, ma non staremo zitti, mai.
Gianluca Testa

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23/05/2010

Ventitre Maggio

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Diciotto anni. Come tante altre “cose” anche questa “cosa” è ancora impunita. No, non ci interessa chi abbia materialmente premuto il pulsante che diciotto anni fa dilaniò in un istante Francesca Morvillo, Giovanni Falcone, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, insieme con la speranza che moltissimi di noi cittadini del mondo avevamo nell’operato di quegli uomini. Quell’uomo lo abbiamo preso, spero che sia ancora in prigione. No, a noi interessa per chi quel pulsante fu premuto, chi era, erano i beneficiari di quel “servizio”. Pochi giorni fa qualcuno ha imbrattato “l’albero di Falcone”.
Un mentecatto che ci ha reso ancora una volta chiaro che la questione non è risolta. Non che fosse necessario indignarsi ancora una volta per sapere che quello che esiste oggi è il frutto di tutte quelle parole vuote che politici ed uomini dello “Stato” hanno e continuano a “blababre” nelle occasioni delle commemorazioni pubbliche. La connivenza che ha finanziato futuri politici, la collusione che ha condannato vecchi politici, ci ha regalato una nuova mafia, una nuova camorra, una nuova criminalità. Qualcosa che va oltre il colletto bianco. Questa volta il sistema è talmente potente che s’è fatto eleggere e per garantirsi il potere ed il consenso, che queste nuove dittature hanno il bisogno di continuare ad ottenere per rispettare l’immagine di facciata, hanno usato la formula di romana memoria del “dividi et Impera”. Tutti quelli che hanno “sposato la causa” ne ricevono un qualche tornaconto. Chi più chi meno, ma ce n’è per tutti. Così tra infermiere che si dissanguano per attirare l’attenzione sulla loro condizione, uomini che, nel totale silenzio e nella completa dignità, si chiudono nelle loro case faticosamente acquistate ma non ancora finite di pagare, nel tentativo di arrivare alla fine del mese, altri sciacalli, le case se le vedono regalare a loro insaputa, ristrutturano aree intere sperperando miliardi di quelle nuove Lire che servirebbero per aiutare la nostra Nazione a crescere. Miliardi che potrebbero servire per rivalutare il territorio dove le più disparate forme di malavita reclutano manovalanza, per spacciare, rubare, uccidere in una parola minare definitivamente lo sviluppo dell’area stessa.Miliardi che potrebbero aiutare uno sviluppo che non c’è, visto che quello apparente non è sostenibile dato che si basa sulla corruzione e, quindi sulla totale assenza di concorrenza.
Ventitre maggio, Francesca, Giovanni Magistrati. Ventitre maggio Vito, Rocco, Antonio Agenti di Pubblica sicurezza dilaniati per garantire a qualcuno la continuazione dell’attuazione del progetto. Pochi mesi dopo, in luglio il diciannove Paolo Borsellino Magistrato, Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina morirono dilaniati per poter scrivere un altro capitolo del progetto che oggi, forse, ci ha condotto dove siamo.
Mancano poche righe da scrivere, pochi versi per completare un capitolo importante.
Una di quelle la nuova legge per impedire che, un nostro diritto costituzionale, possa essere esercitato. Non contenti di aver obnubilato il pensiero del popolino con “grandi fratelli” ed “isole dei famosi”, adesso nessuno potrà parlare.
Noi qui ospiteremo sempre il libero pensiero, di chiunque esso sia.
Gianluca Testa