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Pensieri e basta,Pensieri politici

12/02/2012

Mafie e dintorni

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Siamo abituati a catalogare e deprecare tutte le organizzazioni mafiose che, in tutto il mondo, hanno invaso le nostre vite, crescendo ed alimentandosi nei ceti medio bassi, approfittando dell’umus fertilissimo che l’ignoranza, miscelata alla povertà, alimenta senza sosta. Molti dei nostri ospiti rumeni conoscono ed hanno apprezzato la serie televisiva “la Piovra” ed hanno spesso chiesto lumi a noi italiani, detentori del triste primato e “privilegio” di aver coniato ed alimentato il mafioso pensiero nel mondo.
Siamo abituati a pensare che, queste mafie, hanno un nemici acerrimi, che si chiamano, società civile, Giustizia, Polizia, Carabinieri e si chiamano con il nome di ogni uomo e donna che non vuole sottostare alla logica della violenza, del soppruso e della prevaricazione.
Contro queste logiche, la nostra gente civile, lotta ed è disposta a lottare, spendendosi in estanuanti maratone e manifestazioni capaci di mobilitare il resto della società dormiente.
Grazie a questi uomini e donne, moltissimi mafiosi, sono stati assicurati alla giustizia. Anche i cosiddetti mafiosi dai colletti bianchi, infiltrati che hanno superato esami e conseguito lauree nelle più prestigiiose università del mondo, al fine di poter meglio governare e gestire gli immensi patrimoni detenuti dalle “famiglie”, hanno subito moltissimi colpi dalla magistratura, sempre grazie, anche, al supporto del consenso della società civile.
Ma cosa fare quando tutto il sistema, quello politico, sociale ed amministrativo è “mafioso”?
Cosa si può fare quando tutta la gente della cosiddetta società civile è completamente rassegnata e non ha nessuna intenzione di lottare. Ed ancora peggio, quando altro non sa fare che piangersi addosso della situazione e dare la colpa a qualcun altro, impastandosi di un qualunquismo senza precedenti?
Questa è la situazione della città che mi ospita, dove con i dovuti distinguo, la gente che vi abita è vessata da loschi individui che per strane ed indicibili interconnessioni, proteggendosi gli uni con gli altri, prevaricando leggi, regolamenti, la Costituzione ed il comune buon senso. Tutto qui è intriso dal fallico pensiero dell’ho grosso per cui posso. Dove il fallo non è il fallo in se stesso, cosa che spesso è talmente deficitario da renderlo ridicolo anche agli occhi di una vergine educanda, bensì il senso malato di potere dettato dal senso di appartenenza al clan mafioso della città.
Ripeto che probabilmente si tratta di una minoranza e che l’altra parte della città è senz’altro non intrisa di tali inetti dettami, ma confermo che questo non esime la massa “per bene” a ritenersi immune dalle accuse di colpevolezza che appartengono, senza obra di dubbio, a tutti gli uomini e donne, abili, che si compiacciono di un terribile “asa e la noi”. Questa società “civile” è la responsabile del fatto che pochi siano riusciti a costruire una rete mafiosa che, a dispetto delle Mafie nostrane, non può essere combattuta con le regole della normale giustizia, dato che il sistema, generalmente parlando, è intriso di mafiosi e di atti mafiosi. L’unica soluzione è la mobilitazione della società Civile. L’unica soluzione è la ribellione pacifica di centinaia di migliaia di persone che imbracciano i loro diritti costituzionali, iniziando ad usarli con forza e detrminazione.
Non servono i partiti attuali, tutti sono , bene o male, frutto ed emanazione delle stesse logiche mafiose. Il sistema stesso è stato costruito per permettere il proliferarsi di lobby e centri di potere, mafiosi appunto, che privilegiano alcune persone a discapito di altre, in barba a leggi e regolamenti, spesso resi talmente farraginosi da essere quasi impossibili da essere rispettati. Bastano dei movimenti spontanei di persone ben intenzionate che desiderano veramente un futuro migliore per i loro figli. Basta la volontà della gente anche nel rispetto del passato e dei morti che hanno garantito con il loro sangue la possibilità che oggi, chiunque, possa scrivere, dire, pensare quello che desidera, nel rispetto delle leggi e del buon senso.
La società civile non deve permettere al burino di parcheggiare il suo suv sul marciapeide davanti nu passo carraio. La società civile non deve permettere che un gruppo di scalmanati percorra le strade della città sfasciando bottiglie contro le vetrate dei negozi. La società civile non può permettere che ignoranti ed arroganti gestori di locali pubblici si permettano il lusso di disturbare un intero vicinato fino a notte inoltrata senza il minimo timore che qualcuno gli chieda conto e ragione del loro operato. La società civile deve promuovere i cambiamenti necessari ad una democrazia affinchè possa proliferare in una democrazia migliore.
La mafia del tessuto amministrativo delle città e dei paesi di questa nazione deve essere demolita e la responsabilità di questa pulizia riviene a tutti i cittadini onesti che vivono in questi luoghi. Se questo non avviene, se questo non avverrà, la colpa sarà solamente dei cittadini “onesti” ed allora i vari sindaci, segretari generali, capi di vari servizi e loro subalterni, ringrazieranno commossi.
Gianluca Testa