Spazio Italia - Radio Timisoara

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Pensieri politici

12/08/2012

Tra Itaila e Romania

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Ebbene si, m’è alquanto difficile decidere se scrivere della Romania o dell’Italia. In un modo o nell’altro, forse in Italia tutto avviene in maniera più, come dire, evoluta, le situazioni si eguagliano. La differenza, perchè una c’è, riguarda l’inesperienza dell’arrrogante potere che contiua a credere, nonostante oltre ventanni di passato trascorso dal regime, che basti il comando, il potere per poter fare quello che si vuole.
In fondo, se ci pensiamo bene, è quello che molti dei nostri ospiti continuano a pensare. Il pensiero, a differenza della nostra madre patria, è che qui basta che credi di avere qualcosa, anche se non hai nulla, o forse solo debiti, che ti permetti quello che vuoi, in termini di arroganza e usurpazione della libertà altrui.
In Italia è un po’ diverso, non perchè siamo più intelligenti o capaci, ma solamente perchè abbiamo già vissuto la fase dell’arroganza del campagnolo che veniva in centro con la macchina “tonata” con lo stereo a tutto volume e con le catene d’oro al collo. Qui, purtroppo servirà ancora del tempo per permettere alla società civile, che esiste veramente, di emarginare la tracotanza e l’ignoranza del villico, che nulla ha a che vedere con il villico di latina memoria.
Bene, dopo questa doverosa precisazione, riporto il fuoco sulla questione, diciamo così, latina. La Romania, anzi, l’attuale potere è in una fase asfittica. Bacchettato dalla sovrana Europa, che non si può permettere, oltre alle problematiche legate dall’angonizzante economia, una sferzata di ingiustificato autoritarismo di stampo comunista, in uno dei suoi Stati membri e da un numero imprecisato di autoreti, è alle strette.
Certo il momento è delicato. LIste elettrali contraffatte, voti inesistenti con percentuali, in alcuni paesi, spesso feudo di potentati della coalizione, che hanno superato l’800%, orcini contradddittori e menzone a tutto spiano per giustificare quello che, onestamente non è giustificabile. Sembra incredibile, ma quello che appare da tutto questo, quello che si può leggere da queste righe è sempre la stessa formula. “Noi ci facciamo che ma in realtà facciamo quello che vogliamo!”.
Ma quanto potrà resistere questa situazione? Queste persone credono veramente che il popolo che li sta sopportando possa resistere ancora per molto?
Poi, c’è il problema dell’economia. E’ sì, questa ha bisogno di azioni perentorie, decise, clare e ragionate. Dove sono queste azioni? E’ stato perso un sacco di tempo nel tentativo di mettere da parte un Capo dello Stato scomodo e non è stato fatto nulla, assolutamente nulla per un Paese che ha bisogno di tutto, ma non di un governo inesistente.
La responsabilità di tutto questo, può essere solamente politica?
Per me sarebbe troppo comodo. I disastri provocati da certe persone sono talmente gravi e duraturi che superano di gran lunga le conseguenze dei peggiori crimini.
Ed in Italia?
Bhe da noi la storia è sempre più evidente. La scollatura tra il potere politico e la gente è definitiva.
Qui non si trattadi Grillo o di chissà chi, il problema è che non è possibile accettare in continuazione lo sfacelo in cui ci hanno fatto sprofondare. Com’è possibile, in un momento di crisi profonda, dove le famiglie italiane non hanno quasi più i soldi per arrivare, veramente alla fine del mese, acquistare non so quanti aerei da combattimento per oltre dodici miliradi di euro. 12.000.000.000 euro. Ma vi rendete conto di quanti sono?
La mia esperienza mi dice che tali cifre sono perfette per nascondere ingenti tangenti. Daltronde come si fa a rubare tanto se si spende poco?
Ma oltre alla spesa ed alla sicura tangente che nasconde, pensiamo anche ai costi collaterali. Quanto consuma un aggeggo del genere? Di quanta manutenzione ha bisogno e chi più ne ha più ne metta.
Non parliamo poi dell’attacco ai magistrati che si sono rivoltati al sistema. Attenzione non alla democrazia ed allo Stato, ma al sistema partitico corrotto che ha deciso, a scapito ed in barba a qualsiasi principio democratico e sociale, di scendere a patti con la Mafia. Ne ha cancellato la maggior parte delle pene, ha sciolto dal 41bis moltissimi bos mafiosi rei di efferati delitti e crimini contro lo Stato. Ha infangato la memoria degli uomini delle scorte morti, trucidati per difendere gente come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e migliaia di altre degnissime persone, che non erano e non sono eroi, sono persone normali, erano persone normali. Persone che desideravano vivere in un mondo, in un’Italia dove la certezza del diritto fosse la regola di base, intangibile e impescrivibile.
Uomini trucidati con la chiara colpevolezza di alcuni personaggi, sicuramente parte dello Stati, che hanno dovuto o vuluto fermarli. Questi uomini devono essere banditi, devono essere incarcerati e messi al pubblico ludribio per sempre. I loro beni devono essere sequestrati e redistribuiti alla società che per anni li ha sopportati e che continua a sopportare le conseguenze delle loro fetide azioni.
Lo scollamento è completo, ma il rischio è che qualcuno possa, in qualche maniera, cercare di cavalcare il momento. Forse per questo, oltre al fatto che quello maneggiato e rimaneggiato non gli garantisce un’immonutà completa, che B. vuole tornare in campo.
La povertà è una brutta situazione, non solo per il fatto in se stesso, ma perchè permette a pochi di manipolare le masse, brandendo bandiere populiste con colori accesi ma prive di una realtà raggiungibile. Il rischio è presente come non mai, forse più in Italia che in Romania, dato che da noi si sa come mascherare le porcate, con la dote dell’eloquenza e dell’oratoria. Poi, in tutti questi anni di potere, la faccia tosta supplisce eventuali lacune.
Proviamo ad evitare il oro colpo di reni, che, ne sono sicuro, sarà inevitabile, ricordandoci di tutto, ma di proprio tutto. Per esempio non dimenticatevi del nostro Presidente della Repubblica quando esaltava l’operato dell’Unine Sovietica quando mandò i carri armati a Praga…meditate.
Gianluca Testa

Pensieri e basta,Pensieri politici

12/02/2012

Mafie e dintorni

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Siamo abituati a catalogare e deprecare tutte le organizzazioni mafiose che, in tutto il mondo, hanno invaso le nostre vite, crescendo ed alimentandosi nei ceti medio bassi, approfittando dell’umus fertilissimo che l’ignoranza, miscelata alla povertà, alimenta senza sosta. Molti dei nostri ospiti rumeni conoscono ed hanno apprezzato la serie televisiva “la Piovra” ed hanno spesso chiesto lumi a noi italiani, detentori del triste primato e “privilegio” di aver coniato ed alimentato il mafioso pensiero nel mondo.
Siamo abituati a pensare che, queste mafie, hanno un nemici acerrimi, che si chiamano, società civile, Giustizia, Polizia, Carabinieri e si chiamano con il nome di ogni uomo e donna che non vuole sottostare alla logica della violenza, del soppruso e della prevaricazione.
Contro queste logiche, la nostra gente civile, lotta ed è disposta a lottare, spendendosi in estanuanti maratone e manifestazioni capaci di mobilitare il resto della società dormiente.
Grazie a questi uomini e donne, moltissimi mafiosi, sono stati assicurati alla giustizia. Anche i cosiddetti mafiosi dai colletti bianchi, infiltrati che hanno superato esami e conseguito lauree nelle più prestigiiose università del mondo, al fine di poter meglio governare e gestire gli immensi patrimoni detenuti dalle “famiglie”, hanno subito moltissimi colpi dalla magistratura, sempre grazie, anche, al supporto del consenso della società civile.
Ma cosa fare quando tutto il sistema, quello politico, sociale ed amministrativo è “mafioso”?
Cosa si può fare quando tutta la gente della cosiddetta società civile è completamente rassegnata e non ha nessuna intenzione di lottare. Ed ancora peggio, quando altro non sa fare che piangersi addosso della situazione e dare la colpa a qualcun altro, impastandosi di un qualunquismo senza precedenti?
Questa è la situazione della città che mi ospita, dove con i dovuti distinguo, la gente che vi abita è vessata da loschi individui che per strane ed indicibili interconnessioni, proteggendosi gli uni con gli altri, prevaricando leggi, regolamenti, la Costituzione ed il comune buon senso. Tutto qui è intriso dal fallico pensiero dell’ho grosso per cui posso. Dove il fallo non è il fallo in se stesso, cosa che spesso è talmente deficitario da renderlo ridicolo anche agli occhi di una vergine educanda, bensì il senso malato di potere dettato dal senso di appartenenza al clan mafioso della città.
Ripeto che probabilmente si tratta di una minoranza e che l’altra parte della città è senz’altro non intrisa di tali inetti dettami, ma confermo che questo non esime la massa “per bene” a ritenersi immune dalle accuse di colpevolezza che appartengono, senza obra di dubbio, a tutti gli uomini e donne, abili, che si compiacciono di un terribile “asa e la noi”. Questa società “civile” è la responsabile del fatto che pochi siano riusciti a costruire una rete mafiosa che, a dispetto delle Mafie nostrane, non può essere combattuta con le regole della normale giustizia, dato che il sistema, generalmente parlando, è intriso di mafiosi e di atti mafiosi. L’unica soluzione è la mobilitazione della società Civile. L’unica soluzione è la ribellione pacifica di centinaia di migliaia di persone che imbracciano i loro diritti costituzionali, iniziando ad usarli con forza e detrminazione.
Non servono i partiti attuali, tutti sono , bene o male, frutto ed emanazione delle stesse logiche mafiose. Il sistema stesso è stato costruito per permettere il proliferarsi di lobby e centri di potere, mafiosi appunto, che privilegiano alcune persone a discapito di altre, in barba a leggi e regolamenti, spesso resi talmente farraginosi da essere quasi impossibili da essere rispettati. Bastano dei movimenti spontanei di persone ben intenzionate che desiderano veramente un futuro migliore per i loro figli. Basta la volontà della gente anche nel rispetto del passato e dei morti che hanno garantito con il loro sangue la possibilità che oggi, chiunque, possa scrivere, dire, pensare quello che desidera, nel rispetto delle leggi e del buon senso.
La società civile non deve permettere al burino di parcheggiare il suo suv sul marciapeide davanti nu passo carraio. La società civile non deve permettere che un gruppo di scalmanati percorra le strade della città sfasciando bottiglie contro le vetrate dei negozi. La società civile non può permettere che ignoranti ed arroganti gestori di locali pubblici si permettano il lusso di disturbare un intero vicinato fino a notte inoltrata senza il minimo timore che qualcuno gli chieda conto e ragione del loro operato. La società civile deve promuovere i cambiamenti necessari ad una democrazia affinchè possa proliferare in una democrazia migliore.
La mafia del tessuto amministrativo delle città e dei paesi di questa nazione deve essere demolita e la responsabilità di questa pulizia riviene a tutti i cittadini onesti che vivono in questi luoghi. Se questo non avviene, se questo non avverrà, la colpa sarà solamente dei cittadini “onesti” ed allora i vari sindaci, segretari generali, capi di vari servizi e loro subalterni, ringrazieranno commossi.
Gianluca Testa

Spazio Italia - Radio Timisoara

29/06/2010

Ed intanto in Italia…

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Cannolo SicilianoOggi vedremo cosa succede con il nostro Senatore dell’Utri. Il Pubblico Ministero ha chiesto altri de anni di reclusione oltre i nove ai quali è già stato condannato in primo grado. Certo che se il disegno terroristico-politico-mafioso fosse provato, il capo della così detta “cricca” non potrebbe essere processato, dato che sarebbe leggittimamente impedito a rispondere allo Stato. Non male.
Tutto questo, considerando che a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia, di sicuro sconcerta.
La tesi che si va, via via, delineando è che alcune menti “illuminate” avrebbero approfittato del “la” suonato dal Riina con le stragi di Capaci e Via d’Amelio a Palermo, sfruttando al volo la potenzalità emotiva da questi attentati generata nella coscienza comune, al fine di permettere ad una “forza nuova” di prendere il potere in Italia. Allora si sarebbe chiesto un ulteriore “aiutino” con gli altri due attentati che, pur di stampo mafioso non avevano nulla dello stile mafioso, progettando addirittura un terzo a Roma all’Olimpico che avrebbe potuto dilaniare almeno cento carabinieri. “Aiutino” questo per smuovere gli ultimi indecisi. In cambio cosa? Bhe è chiaro, un’attività più rilassata nei riguardi dei mafiosi incarcerati, ed un’attenzione mirata a non rafforzare alcune leggi sopattutto in materia di patrimoni sequestrati, oltre alla meravigliosa possibilità, tutta italiana, di condonare i miliardi frutto di sangue terrore, depositati all’estero.
Qualcosa, sembra, che non abbia funzionato come avrebbe dovuto. La mafia ha iniziato a parlare. Non ci si pente a caso e, almeno io credo, senza uno scopo ben preciso.
Quindi aspettiamo, così come aspetta il Senatore dell’Utri, il Presidente Berlusconi, e tanti altri al loro codazzo. Aspetta anche l’ex vice re della Sicilia, “vasa vasa”, amante dei cannoli oltre che delle effusioni pubbliche. Aspettiamo anche noi, che tutto faremo, ma non staremo zitti, mai.
Gianluca Testa