Spazio Italia - Radio Timisoara

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Pensieri e basta

03/03/2022

Guerra

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Tutte le nostre priorità potrebbero cambiare in una notte.
Provate a immaginare il momento in cui, per paura di morire dilaniati dalle bombe di un attacco lanciato dalle idee di un folle, dobbiate abbandonare tutto quello per cui avete lavorato, sognato e lottato per una vita. Portate con voi i dovumenti di proprietà, i soldi che siete riusciti a racimolare e i gioielli, la vostra vita, il vostro quotidiano, in un lampo, non esiste più.
Qualcuno ha delle alternative, può pensare di rifugiarsi in un’altra nazione, possibilmente lontana dallo scenario di guerra, ma se l’esaltazione e la follia prevalessero e si avvii quel processo, irreversibile di offesa nucleare, dove ci si potrebbe rifugiare?
In pochissimi istanti tutto cambia, tutto diventa il contrario di tutto e senza capirne le ragioni, le vere ragioni, sempre che di ‘ragione’ si possa discutere.
Abbiamo goduto di oltre settanta anni di pace, almeno relativamente alla nostra parte di mondo, ma siamo nel bel mezzo di un conflitto che potrebbe prendere dei connotati ben diversi, molto più catastrofici.
Nel trentanove, le mire espansionistiche di un folle, arrivarono all’annessione della POlonia e poi dell’Austria prima che le altre nazioni si decidessero di intervenire in qualche modo per fermare l’espansione della Germania nazista. Oggi le informazioni sono ben più veloci e le armi molto più potenti e distruttive di quelle che esistevano allora.
Le stesse interconnessioni tra gli stati sono ben diverse. I legami economici, energetici e politici, rendono il nostro pianeta un complesso intreccio di interessi che dificilmente si possono spiegare. Abituati come siamo a viviere in un mondo semi virtuale. Dalle comunicazioni agli incontri, le transazioni commerciali, i divertimenti e i consulti medici, viaggiano tutti sulla rete, alcuni potrebbero pensare che quello che accade è virtuale, quindi non reale. Alcuni potrebbero pensare che tutto questo è, quindi irreale, ma non è così.
La gente scappa dalle loro care, la gente cerca di trovare rifugio in altre nazioni, mentre le loro città vengono bombardate senza pietà con una furia crescente e senza apparente limite.
Lo scopo della distruzione vorrebbe suggerire essere l’annessione di territori che, un tempo, ormai molto lontano, appartennero alla Russia, ma allora anche tutta l’area del mediterraneo appartenne a Roma, cosa facciamo?

Siamo tanti, tantissimi. Miliardi.

Un uomo che può gestire una potenza di fuoco come quella dell’armata russa, che non è sufficientemente controllato da sistemi democratici efficaci, può iniziare a credersi onnipotente, probabilmente immortale. Questo tipo di uomo, nel caso in cui si sentissse perduto, perchè non potrebbe pensare “se perisco io, periscano tutti” ?

Siamo così lontani da questa ipotesi?

Sono convinto che Putin e i suoi generali di corredo, non si aspettassero una reazione così accesa e fattiva, da parte del popolo ucraino. Il suo esercito, quello di Putin, sembra impreparato me è di sicuro indottrinato a credere che la loro azione militare non è un’aggressione nei confronti di uno stato sovrano, bensì un atto di liberazione dell’Ucraina da un usurpatore.
Se anche una parte minima dell’armata russa iniziasse a realizzare questa sostanziale differenza lessico vitale, del motivo della loro azione militare, continuerebbe a cambattare contro civili inermi?
Cosa dire degli oligarchi russi che, a causa di quanto sta accadendo, si sentono privare, giorno dopo giorno, di benefici che ritenevano inviolabili? Non staranno pensando di fermare il despota?

Tutte le nostre priorità potrebbero cambiare in una notte.
Si.

Ma da tutto questo dobbiamo imparare quelcosa di importante.
L’economia, la ragione del profitto a tutti i costi, ci ha portato a legarci economicamente, e dal punto di vista energetico, ad altri stati che non avrebbero nessuno scrupolo nell’usare le loro risorse energetiche per amplificare la loro sfera di influenza. L’ottusità di moltissimi governanti hanno legato mani e piedi alla dipendenza energetica erogata da Paesi a dir poco pericolosi e, se c’è qualcosa da imparare da quello che sta accadendo è proprio che dobbiamo ottenere l’indipendenza energetica subito, ma non a livello di nazione, ma di singolo abitante, di singola famiglia.
Il sole, il vento non ce lo può togliere nessuno, almeno fino a quando non ci sarà un qualche A.D. che per trovare il profitto anche dove non deve esserci, riuscirà a far tassare, a suon di tangenti erogate ai politici del momento, i raggi solari e l’aria che respiriamo.

Solo un’ultima considerazione.
Dalla notte dei tempi, ben poco è cambiato, almeno nell’essenza delle cose. Certo ieri non c’era la tecnologia che esiste oggi, non c’erano le armi che esistono oggi, ma la cupidigia, l’ottusità e la cattiveria di alcuni è sempre esistita e, ahimé, esisterà per sempre.

Desidero solamente mandare un forte e caloroso abbraccio a tutti coloro i quali stanno soffrendo, lottando e morendo oggi in Ucraina, con la viva e non tanto velata speranza, che il conflitto termini subito e chi deve pagare paghi.

Gianluca Testa

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01/03/2011

Rivoluzioni spa

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Neve al sole

Neve al sole

Come neve al sole si stanno sciogliendo le dittature che da oltre trenta anni soggiogavano la quasi totalità delle nazioni che si affacciano sul nostro Mediterraneo.
Triste è il costo in sangue che è stato pagato da persone che, quasi anacronisticamente, secondo le nostre “democratiche” percezioni, hanno lottato per il loro ideale.
Terribile è il silenzio che è succeduto al bacio dell’anello ed agli atti di giuniflessione dettati da vili e meschini, quanto lucrativi, disegni economici.
Adesso ci si aspetterebbe un momento di stasi che dovrebbe preecedere un ulteriore momento di assestamento del potere che, sopito e soggiogato da decenni di forza, desidera venire allo scoperto. Qualunque esso sia, questo potere ,dovrà confrontarsi con il degrado morale ed economico in cui versano la maggior parte di queste Nazioni. Forse e senza tanti forse, ci sono già molti consigli di amministrazione di molte multinazionali che stanno già pregustando il sapore di altri anni di attività a basso costo nelle nascenti, si spera, democrazie. Di sicuro, per quegli uomini e quelle donne che sono scesi in piazza sfidando, in molti casi, cecchini e mercenari, visto che la maggior parte delle volte l’esercito non ha risposto agli ordini di massacro impartiti da nefandi morituri terrorizzati dall’inesorabile destino, adesso stanno festeggiando. In Egitto, nemmeno dopo una settimana dalla detronizzazione, è il caso di dirlo, del presidente, era già festa. Festeggiamenti che dovrebbero, comunque non perdere di vista il senso di quello che è stato raggiunto come obiettivo, fermando sul nascere quelle strumentalizzazioni, locali, esterne, oppure semplicemente ed atrocemente combinate, che tenteranno sicuramente di giovare del vantaggio della confuzsione che, in questo momento e per alcuni giorni o settimane, imperverserà nelle aree liberate.
Questo è solo l’augurio che il consenso popolare abbia la possibilità di generare consensi per coloro i quali onoreranno la memoria dei martiri con delle Costituzioni che rispettino la dignità di tutti, che rispettino l’uomo in quanto individuo e non perchè appartenente a qualcosa.
Gianluca Testa

Spazio Italia - Radio Timisoara

12/07/2010

Giorgio Alpi.

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Ilaria Alpi

Ilaria Alpi

Ogni tanto, nel rumore assordante di tutto quello che accade, nonostante noi, nonostante tutti, solo perchè pochi hanno deciso così, scorrono silenziose notizie che lasciano un segno talmente profondo che è difficile non fermarsi, almeno qualche minuto, per commentarle o semplicemente per raccogliersi in un attimo di commemorazione sincera.
Il padre di Ilaria, il Signor Giorgio Alpi è deceduto senza conoscere la verità sulla morte di sua figlia.
Personalmente non riesco ad immaginare il dolore e l’amarezza che ha accompagnato i suoi ultimi anni di vita, percependo, secondo dopo secondo, che il silenzio assoluto sulle verità che rimarranno per sempre nascoste, ha avvolto il ricodo di sua figlia che altra colpa non aveva, se non quella di voler svolgere al meglio il suo lavoro.
Per quello che può contare, aggiungo questo piccolo pensiero a quello di, spero, tanti altri che non hanno avuto il modo ed il tempo di renderli pubblici. Tutto senza polemica e senza altro scopo se non quello di stringersi virtualmente attorno a quello che rimane di una famiglia dilaniata dal dolore creato dal feroce silenzio che solamente i vigliacchi impuniti sanno generare.
Gianluca Testa