Spazio Italia - Radio Timisoara

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28/09/2009

Toni.

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money_heartSiamo allo scontro verbale. Le allusioni sono sempre più pesanti e grottesche. Ministri accusati di peculato, di atti privati in luogo d’ufficio, una coalizione assurda che non avrebbe dovuto nemmeno esistere, alla resa dei conti. Tutto questo in un Paese sempre più senza controllo.

Un dato, tanto per citarne uno. Oltre due milioni cinquecentomila  rumeni (per un totale di undici milioni settecentomila ore di lavoro) hanno chiesto ed ottenuto certificati medici nei primi sei mesi del 2009. Considerando che la popolazione nazionale atta al lavoro, tutta quanta, non supera i cinque milioni quattrocentomila anime, il rapporto sarebbe di uno ogni due abitanti circa. Ma, come possiamo ben immaginare la questione è ben più grave. Il rapporto dei “malaticci” è decisamente impressionante!

Calcoli a parte, le considerazioni le lascio tutte a voi, desidero porre l’accento su di un fattore che pochi, forse pochissimi conoscono. Circa quattro anni orsono, quando gravitavo in aziende con migliaia di dipendenti, ho avviato, con il supporto del Signor Costin e del Signor Hosu, rispettivamente leader dei due più importanti gruppi sindacali rumeni, una campagna contro i diciassette giorni a carico che le aziende rumene dovevano finanziaramente coprire, nel caso in cui i propri dipendenti ricorressero al certificato medico per risolvere, oltre ai loro problemi di salute, anche tutti gli altri. Dopo aspri contraddittori, il limite dei diciassette giorni veniva abbassato a cinque. Per i più restii a comprendere questa differenza di dodici giorni basti pensare a quanti giorni di assenza per motivi di “salute” vengono registrati ogni mese nella propria azienda. Prima di questa battaglia fino al diciassettesimo giorno il conto veniva pagato dalle aziende, oggi “solo” fino al quinto. Francamente uno dei miei intendimenti era anche quello di spingere lo Stato a stringere la vite sul modo in cui vengono rilasciati i certificati medici. Ero perfettamente cosciente del fatto che tra il dire ed il fare il passo era decisamente lungo, ma pensavo che un aggravio così improvviso e pesante, avrebbe senz’altro acceso quanto meno la curiosità di qualche ministro o segretario di stato.

Tutto inutile, inoltre per coprire i costi derivanti da una manovra, sono state aumentate le percentuali di alcune contribuzioni sociali.

Tragico. Adesso sarà l’ora dei Comuni che aumenteranno del 20% l’attuale valore delle imposte sulla proprietà degli immobili civili ed industriali! Certo che se ci sono delle spese ci devono essere delle entrate, ma qualcuno penserà anche, un giorno, che sarebbe anche possibile razionalizzarle le spese?

Per il momento ci “divertiamo” con le battute e le battaglie pre elettorali di questa classe politica, che alzando i toni, sicuramente, riuscirà a portare dei miglioramenti sicuramente significativi. Per le prossime azioni anti crisi…ai prossimi blog!

Gianluca Testa