Non tutto è vero.
Abbiamo la tendenza a credere che quello che leggiamo sia vero. Questo è tanto più esatto quanto, quello che stiamo leggendo, combacia con le nostre convinzioni o si sposa con le nostre idee generali. La potenza di internet risiede nella facilità potenziale di raggiungere tutti gli abitanti del pianeta, ovunque essi si trovino, a condizione, ovviamente,, che abbiamo una connessione disponibile.Non credo che sia fantascienza quella di credere che ci siano gruppi capaci di utilizzare il web per trasmettere false voci che abbiamo lo scopo, nemmeno tanto oscuro, dii modificare le opinioni e di coinvolgere milioni di persone a scegliere qualcosa di diverso da quello che avrebbero scelto se, quelle voci, non fossero state così “vere” in quanto ripetute da tutti, o da molti. Non c’è sempre e solamente dolo, c’è posto anche per l’errore ovviamente. L’errore è ancora più subdolo, in quanto chi lo commette crede in quello che ha affermato ed è disposto a difenderlo, fino a quando non appare un evento che renda lapalissiana il suo errore.
Oltre a blog, siti di vario genere, compresi i social network, dove milioni di persone con un semplice click del loro mouse, sommando il click di altri milioni di mouse creano la verità di una voce, oppure ne demoliscono le basi. Lo sforzo immane che Wikipedia sta,, da anni, utilizzando, serve proprio per evitare che voci diventino storia e, di conseguenza,, inconfutabili realtà. Noi che utilizziamo internet dall’inizio, possiamo dirlo, sappiamo che è così, sapiamo che quello che si trova in rete può essere una gigantesca spazzatura come una profonda verità. Noi, che utilizziamo internet sappiamo spesso, non sempre, come discernere il vero dal falso, ma sappiamo anche, che è sempre più difficile. I nostri figli seguono quello che accade nel mondo e, quello che accade nel mondo, arriva ai nostri figli ad una velocità che non è più possibile controllare. Dobbiamo lavorare alla base, alla radice della formazione del loro pensiero perché capiscano che essere un’entità pensante non ha prezzo e che solamente così potranno distinguersi ed evitare di essere inglobate in catene diioe dsul “mi piace” solo perché l’icona del messaggio è accattivante e non perché il messaggio è importante.
Un altro aspetto del vero è il messaggio che viene inviato a mezzo stampa o direttamente parlando.
A titolo d’esempio l’avvenimento che ha visto alcuni italiani presenti ad una manifestazione che ha avuto come base i cento cinquanta anni dell’Italia unita. L’avvenimento ha visto presente anche un ministro del governo Berlusconi il quale ha parlato del “miracolo Timisoara”. I rappresentanti di Confindustrria Romania, sulla rappresentatività dei quali mi si consenta non commentare, hanno raccontato qualcosa, non ha importante cosa, ma quello che hanno dichiarato è falso. Il miracolo Timisoara, se mai è esistito, oggi sicuramente non c’è più. Da anni gli italiani che hanno contribuito all’evento della delocalizzazione di massa, sono andati via e, quelli che sono rimasti stanno cercando, disperatamente di rimanere a galla. Per chi comprende il rumeno qui c’è un articolo locale. In questo caso l’informazione non solo è falsa, ma è anche vecchia di almeno tre sette anni. La rete, grande rete, aiuta a rendere ridicoli anche questi “rappresentanti”.
Gianluca Testa