Ubi homo, ibi ius.
C’e’ sempre un dopo, od almeno non possiamo immaginare che non ci sia, anche dopo di noi. Dopo le elezioni Regionali in Italia, dopo le immani polemiche e le alzate di scudi contro i “bavagli” politici ci si trova, ancora una volta, di fronte ad una domanda che, almeno per quanto mi riguarda, inizia ad essere ossessiva. Se e’ vero che, com’e’ vero che dalla seconda guerra mondiale in poi i nostri politici hanno tentato, utilizzando varie forme, lecite ed illecite, di proteggere il proprio credo e la propria fede, se e’ vero che milioni di uomini, molti forzatamente, altri volontariamente e spinti dalla convinzione della correttezza delle proprie idee, hanno combattuto e, spesso sono morti per permettere a chi e’ rimasto, di redigere la nostra Legge Fondamentale, se e’ vero che a distanza di oltre sessant’anni molte cose sono cambiate, come e soprattutto, il modo di pensare e di ragionare sulle cose, allora se tutto questo e’ vero, perche’ non siamo ancora riusciti a capire che l’interesse di pochi e’ sempre il motore delle scelte che tutti devono seguire?
In una vivace ed accesa discussione a casa di cari amici, vivace ed accesa perche’ tra uomini del sud non si puo’ ragionare senza alzare la voce ed intercalare epiteti, spesso piuttosto accesi e sempre graditi, soprattutto se di nuova concezione – ovviamente parliamo di persone intelligenti e colte – tra e con l’aiuto di un ottimo Chardonnay, non di Borgogna bensi’ di Menfi, si e’ arrivati al confronto tra ‘Berlusconi’ si, ‘Berlusconi’, no. Non riportero’ i dettagli, potete immaginarli, ma devo prendere spunto per postare una considerazione. Qualunque sia il pensiero di chiunque sia, quel pensiero deve poter essere espresso, cosi’ come devono poter essere espresse liberamente anche le repliche che generano. I fatti devono essere chiari e palesemente riportati, le opinioni potranno essere sostenute sia con stile meridionale che nordico, ed ognuno di noi sara’, poi, libero di formarsi un’opinione. Nessuno puo’ permettersi di nascondere, modificare, stravolgere un fatto, mai.
Fintanto che ci sara’ una fonte che riveli i fatti, cosi’ come sono, anche se dopo di questo farcisca il tutto con commenti che possono anche non piacere, allora avremo la consapevolezza di vivere in una Democrazia. In caso contrario sara’ il caso di decidere che cosa fare. Cacciare violentemente la testa sotto la rena, o reagire anche correndo il rischio di perdere qualcosa di veramente caro pur di riconquistare il diritto di sapere e di commentare alla luce del sole, sempre.
Gianluca Testa