Spazio Italia - Radio Timisoara

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07/07/2010

Tutti Primo Ministro.

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Spennati dalle tasse...

Spennati dalle tasse...

E’ proprio vero. Come nel calcio, in qualunque altra attività, chiunque si dichiara capace di fare meglio di chi è stato oppure è attualmente in carica. E’ il caso che si sta verificando in Romania, Paese dove vivo da oltre diciassette anni, dopo che il Governo Boc ha deciso di aumentare l’Imposta sul Valore Aggiunto, volgarmente e tristemente nota come IVA di ben cinque punti percentuali. Alcuni rumeni, sempre molto attivi nel consigliare, ma in maniera anonima, così come si usano denunciare tra di loro, hanno risposto e rispondono alla provocazione che un quotidiano nzionale, “Adeverul”, ha lanciato dal proprio sito. Le risposte e le provocazioni sono qui (in rumeno) . Non sono importanti nel contesto di questo scritto, mentre è importante il fatto che, dopo vent’anni di ruberie e madornali errori politici ed economici, dovuti per lo più all’indifferenza del popolo, questa, l’indifferenza appunto, è arrivata a livelli tali per cui nessuno si interessa più a quello che sta accadendo. Il risultato, però, è presente sulla tavola dei più, i quali oggi, colpiti anche dalle maledizioni divine che hanno inondato circa il 15% dei terreni coltivati, aiutando l’effetto IVA con un ulteriore aumento dei prezzi dei generi alimentari, hanno serie difficoltà ad imbandire il loro desco.
Quindi, adesso, tutti Primo Ministro ed anche se qualche “post” non “fa primavera”, è sintomatico leggere che la maggior parte degli inserzionisti vorrebbe la super tassazione dei “ricchi”. Non c’è che dire, il sentimento inoculato in anni di comunismo dei più radicali, ha modificato alcuni geni di molti rumeni, anche se, a dire il vero, moltissimi dei super milonari di questa nazione, non meriterebbero solamente una super tassazione, ma la confisca dei loro beni, dato che, sono più che convinto, non sarebbero in grado di dimostrarne una provenienza legale.
Gianluca Testa

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24/06/2010

Proposte & Crisi.

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In questi ultimi tempi non si parla altro che di crisi e non solo in Romania.
Le lotte, spesso demagogiche, vengono portate avanti solo allo scopo di guadagnare consensi. La fame non è stata sedata con gli anni passati a governare e, ripulire, la tavola imbandita.
Adesso si tassano i buoni pasto. Alcuni li ridurranno, altri li elimineranno, “tanto dove vanno a trovare lavoro”?
Non voglio entrare nel merito di questa o quell’affermazione, non mi basterebbero una decina di pagine di questo blog. Quello che vorrei dire è che in momenti come questi c’è bisogno di una coesione ed una visione il più allargata possibile che vada a supporto di coloro i quali, piaccia o no, si trovano al comando in questo momento.
Una delle attività che potrebbero iniziare le varie organizzazioni padronali, Unimpresa in testa, potrebbe essere quella di evidenziare alcune sachhe di spreco ancora attive ed, inspiegabilmente, ancora non prese in considerazione.
Una tra tutte la questione delle false malattie.
Il costo per lo Stato è immenso, inoltre l’immagine che ne deriva da questo comune espediente, è a dir poco disastrosa. M permetto di evidenziare alcuni aspetti:
– Le aziende pagano i primi 5 giorni di malattia
– Lo stato copre il resto
– i “malati” medi, se devo predere a modello le aziende dove ho lavorato fino ad oggi, erasentano il 12% al giorno, ogni giorno.
Facciamo due conti. Se la classe lavorativa attuale è formata da almeno, supponiamo, 4 milioni di persone, questo vuol dire che il 10% è uguale a 400.000 persone che ogni giorno rimangono a casa per “malattia”. Supponiamo che almeno il 40% di queste persone, di fatto, stanno benissimo, questo significa che 240.000 persone stanno rubando ogni giorno la bellezza di 1.762.500 Euro. Se per almeno i primi cinque giorni, questi soldi vengono letteralmente rubati alle società (parte delle quali sono anche statali) dal quinto giorno in poi questo salasso va direttamente ed integralmente ad intaccare le esanimi casse dello Stato. Quindi, anche se il calcolo è di fatto leggermente diverso, se togliamo 5 giorni ai 21 medi mensili per 11 mesi lavoratici circa all’anno, abbiamo totalizzato un costo puro di 28 milioni di euro al mese e di circa 310 milioni di euro all’anno!
Ammetto che i calcoli di cui sopra devono essere sucuramente rivisti, ma la sostanza resta.
Quindi, secondo le nostre c, scomodando il signor Paretto, possiamo asserire con forza che lo sforzo fatto qualche mese fa dal Governo BOC, nel tentativo di arginare il fenomeno delle assenze per malattie, deve essere assoutamente ripreso e riorganizzato al fine di rendere il sistema di controllo realmente efficace.
In primis, se mi posso permettere un suggerimento, non devono essere le aziende a verificare se il dipendente è o non è a casa. Questa attività deve essere demandata a dei medici fiscali, strapagati, i quali avranno tutte le competenze per stabilire se il dipendente è o non è realemnete malato. Se il diagnostico redatto dal medico curante è corretto, se il paziente ha acquistato e gli si sono somministrate le medicine e così via dicvendo. Se tutto questo non dovesse essere corrispondente a quanto verificato, il caso si dovrebbe chiudere in tribunale per appropiazione indebita, leggasi furto.
Può darsi che sembri estremamante radicale, ma qui stiamo parlando della Res Publica, no balle!
Gianluca Testa