Tra Itaila e Romania
Ebbene si, m’è alquanto difficile decidere se scrivere della Romania o dell’Italia. In un modo o nell’altro, forse in Italia tutto avviene in maniera più, come dire, evoluta, le situazioni si eguagliano. La differenza, perchè una c’è, riguarda l’inesperienza dell’arrrogante potere che contiua a credere, nonostante oltre ventanni di passato trascorso dal regime, che basti il comando, il potere per poter fare quello che si vuole.
In fondo, se ci pensiamo bene, è quello che molti dei nostri ospiti continuano a pensare. Il pensiero, a differenza della nostra madre patria, è che qui basta che credi di avere qualcosa, anche se non hai nulla, o forse solo debiti, che ti permetti quello che vuoi, in termini di arroganza e usurpazione della libertà altrui.
In Italia è un po’ diverso, non perchè siamo più intelligenti o capaci, ma solamente perchè abbiamo già vissuto la fase dell’arroganza del campagnolo che veniva in centro con la macchina “tonata” con lo stereo a tutto volume e con le catene d’oro al collo. Qui, purtroppo servirà ancora del tempo per permettere alla società civile, che esiste veramente, di emarginare la tracotanza e l’ignoranza del villico, che nulla ha a che vedere con il villico di latina memoria.
Bene, dopo questa doverosa precisazione, riporto il fuoco sulla questione, diciamo così, latina. La Romania, anzi, l’attuale potere è in una fase asfittica. Bacchettato dalla sovrana Europa, che non si può permettere, oltre alle problematiche legate dall’angonizzante economia, una sferzata di ingiustificato autoritarismo di stampo comunista, in uno dei suoi Stati membri e da un numero imprecisato di autoreti, è alle strette.
Certo il momento è delicato. LIste elettrali contraffatte, voti inesistenti con percentuali, in alcuni paesi, spesso feudo di potentati della coalizione, che hanno superato l’800%, orcini contradddittori e menzone a tutto spiano per giustificare quello che, onestamente non è giustificabile. Sembra incredibile, ma quello che appare da tutto questo, quello che si può leggere da queste righe è sempre la stessa formula. “Noi ci facciamo che ma in realtà facciamo quello che vogliamo!”.
Ma quanto potrà resistere questa situazione? Queste persone credono veramente che il popolo che li sta sopportando possa resistere ancora per molto?
Poi, c’è il problema dell’economia. E’ sì, questa ha bisogno di azioni perentorie, decise, clare e ragionate. Dove sono queste azioni? E’ stato perso un sacco di tempo nel tentativo di mettere da parte un Capo dello Stato scomodo e non è stato fatto nulla, assolutamente nulla per un Paese che ha bisogno di tutto, ma non di un governo inesistente.
La responsabilità di tutto questo, può essere solamente politica?
Per me sarebbe troppo comodo. I disastri provocati da certe persone sono talmente gravi e duraturi che superano di gran lunga le conseguenze dei peggiori crimini.
Ed in Italia?
Bhe da noi la storia è sempre più evidente. La scollatura tra il potere politico e la gente è definitiva.
Qui non si trattadi Grillo o di chissà chi, il problema è che non è possibile accettare in continuazione lo sfacelo in cui ci hanno fatto sprofondare. Com’è possibile, in un momento di crisi profonda, dove le famiglie italiane non hanno quasi più i soldi per arrivare, veramente alla fine del mese, acquistare non so quanti aerei da combattimento per oltre dodici miliradi di euro. 12.000.000.000 euro. Ma vi rendete conto di quanti sono?
La mia esperienza mi dice che tali cifre sono perfette per nascondere ingenti tangenti. Daltronde come si fa a rubare tanto se si spende poco?
Ma oltre alla spesa ed alla sicura tangente che nasconde, pensiamo anche ai costi collaterali. Quanto consuma un aggeggo del genere? Di quanta manutenzione ha bisogno e chi più ne ha più ne metta.
Non parliamo poi dell’attacco ai magistrati che si sono rivoltati al sistema. Attenzione non alla democrazia ed allo Stato, ma al sistema partitico corrotto che ha deciso, a scapito ed in barba a qualsiasi principio democratico e sociale, di scendere a patti con la Mafia. Ne ha cancellato la maggior parte delle pene, ha sciolto dal 41bis moltissimi bos mafiosi rei di efferati delitti e crimini contro lo Stato. Ha infangato la memoria degli uomini delle scorte morti, trucidati per difendere gente come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e migliaia di altre degnissime persone, che non erano e non sono eroi, sono persone normali, erano persone normali. Persone che desideravano vivere in un mondo, in un’Italia dove la certezza del diritto fosse la regola di base, intangibile e impescrivibile.
Uomini trucidati con la chiara colpevolezza di alcuni personaggi, sicuramente parte dello Stati, che hanno dovuto o vuluto fermarli. Questi uomini devono essere banditi, devono essere incarcerati e messi al pubblico ludribio per sempre. I loro beni devono essere sequestrati e redistribuiti alla società che per anni li ha sopportati e che continua a sopportare le conseguenze delle loro fetide azioni.
Lo scollamento è completo, ma il rischio è che qualcuno possa, in qualche maniera, cercare di cavalcare il momento. Forse per questo, oltre al fatto che quello maneggiato e rimaneggiato non gli garantisce un’immonutà completa, che B. vuole tornare in campo.
La povertà è una brutta situazione, non solo per il fatto in se stesso, ma perchè permette a pochi di manipolare le masse, brandendo bandiere populiste con colori accesi ma prive di una realtà raggiungibile. Il rischio è presente come non mai, forse più in Italia che in Romania, dato che da noi si sa come mascherare le porcate, con la dote dell’eloquenza e dell’oratoria. Poi, in tutti questi anni di potere, la faccia tosta supplisce eventuali lacune.
Proviamo ad evitare il oro colpo di reni, che, ne sono sicuro, sarà inevitabile, ricordandoci di tutto, ma di proprio tutto. Per esempio non dimenticatevi del nostro Presidente della Repubblica quando esaltava l’operato dell’Unine Sovietica quando mandò i carri armati a Praga…meditate.
Gianluca Testa