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14/03/2011

E se facessero sul serio?

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Capo del ANAF (Blejnar)

Capo del ANAF (Blejnar)

Il capo del ministero delle finanze rumeno ha già identificato dodici rumeni che hanno depositi con più di 50 milioni di euro nelle banche svizzere. Blejnar è il suo nome ed è la prima volta che in questo Paese si svolge un’indagine di questo tipo. L’impulso dato dal Capo dello Stato della Romania, uno dei più odiati e commentati Capi di Stato del mondo da parte delle opposizioni ed anche dai propri appartenenti di partito, sembra non essersi esaurito con le prime attività anti corruttive svolte contro doganieri e poliziotti di frontiera, ma si sta estendendo a macchia d’olio, come dovrebbe essere nel caso si volesse procedere seriamente con l’operazione Romania manipulite. Certo bisognerebbe chiedersi se non si è già provveduto ad ottenere le informazioni anche dalle banche rumene, ma probabilmente, l’esperienza detta le migliori strade da seguire. Adesso non resta che attendere. Se la storia si ripete e se è vero che Italiani e Rumeni si assomigliano, allora dovrebbe apparire un Berlusconescu anche qui. Se si farà avanti, avrebbe già un percorso ben definito dal suo omologo italiano, il quale, a suon di euroni (suonava meglio dollaronima sono un po’ svalutati ultimamente) acquisisce i consensi di cui ha bisogno, smontando e riassemblando non solo le leggi organiche dello Stato, ma anche e soprattutto la Legge suprema. L’esperienza dice che non c’è nessun problema anche per le scappatelle sentimentali con minorenni, visto che il plebiscito popolare immunizza i titolari di dicastero e che, comunque, quelle sono faccende private.
A noi non resta che assistere, tanto altro non possiamo fare, visto che nemmeno votiamo in questo Paese. Certo, come dicevo diversi anni fa in un articolo del defunto Gazzettino romeno, come mi riportava alla memoria un giovane e promettente imnprenditore italiano giorni fa, chi ha avuto ed avrà la forza di resistere, potrà giovarsi di un sistema sicuramente diverso, forse migliore.
Considerazioni politiche a parte, rimane interessante assistere in quasi diretta, alle numerose richerche di espedienti per allontanare lo spettro dell’inquisitore nel deisperato tentativo di cambiare tutto affinchè non cambi assolutamente nulla, come rimane interessante constatare che il popolo, quello vero, a parte i soliti privilegiati che urlano alla riduzione del loro stipendio, quando questo fino ad oggi non ha rappresentato che una minima parte dei loro “guadagni”, sta ancora a casa e continua a sopportare le angherie di un sistema che capisce solo di aumenti dei prezzi e di aagiunta di balzelli che altro non servono che a garantire a pochi i privilegi che i tanti nemmeno osano sperare ottenere in tutta la loro restante vita.
Non rimane che lo spazio per un augurio. Se di mani pulite rumena si tratta, che non abbia l’epilogo che ha avuto e sta avendo in Italia.
Gianluca Testa

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12/02/2011

Mani pulite in Romania.

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Bettino Craxi - lancio di monetine

Bettino Craxi - lancio di monetine

Le notizie, in questi giorni, si accavallano e si concentrano nel polo di interesse, legato a doppia mandata, con la corruzione rumena. E’ normale che la più grande azione di polizia contro doganieri e poliziotti di frontiera presunti corrotti, mai intentata in Romania fino ad oggi, abbia un’eco importante e continuativa.
Dobbiamo, però, doverosamente analizzare anche altre questioni che, dato il Paese ed il tempo che stiamo vivendo, non possono essere tralasciate.
Certo farebbe piacere ai più che la notizia sia e significhi solamente quello che mostra a prima vista. E’ iniziata una vera e profonda operazione di nettezza che tocca, per la prima volta dalla caduta del regime ad oggi, la casta dei poliziotti e, soprattutto dei doganieri, senza esclusione di colpi, lambendo il potente ministro Blaga passando dalla Direzione Generale delle Dogane. Ma, tralasciando i termini legati ai temi del “e prima non si poteva intervenire?”, sia al contesto storico sia all’innegabile opportunità regalata a moltissime persone, rumene e non, dallo stato di cose – se il soldo può comprare tutto, posso permettermi tutto – non possiamo nascondere che possono esserci altri scenari.
Certo, se vogliamo essere concreti, ad ogni verità ne possiamo contrapporre un’altra addirittura speculare e quindi contraria. Se vogliamo essere realisti ed ascoltare i messaggi che provengono anche da altri Paesi, ci sono degli uomini più uguali degli altri ed un qualunque attività di indagine verso gli stessi, diventa immediatamente inquisizione e persecuzione ed ecco che la legge non è più uguale per tutti di nuovo.
Quindi, senza volersi dilungare troppo, il Prediende Basescu, non ricandidabile per legge, non avendo apparentemente nulla da perdere se non la sua predominanza in quel partito che, palesemente lo ha tradito, non votando l’autorizzazione a procedere contro un parlamentare appartenente al suo stesso partito, minacciata, si dice, proprio dal Ministro Blaga, abbia dato il via ad un’azione necessariamente spettacolare, da una parte per raccogliere consenso dal suo elettorato e dall’altra per indebolire, se non demolire, l’avversario.
Trattandosi di politica, non ci sarebbe proprio da stupirsi, anche se, da spettatore non posso non riconoscere la pura demagogia nelle parole e nei proclami dell’opposizione e la logica nelle dichiarazioni e negli interventi del Presidente.
La realtà, comunque vogliamo vederla, è triste. E’ molto triste, anche perchè tra questi truffatori, che chiunque di noi che abbia svolto una qualsiasi forma di affare in questo Paese, non può dire di non esserne a conoscenza, ci sono miioni di persone che, per mencanza di opportunità o, molto più realisticamente, per totale assenza di capacità di delinquere, stanno vivendo uno dei momenti più difficile della loro vita post comunista. Tra tutto questo marcuime, tra i Q7 e le Bentley, persone normali che non sanno dove trovare cinquanta euro per garantire una visita medica al proprio familiare ricoverato in un ospedale pubblico.
Oltre a queste considerazione, desiderando ardentemente che non si tratti di colori e motivazioni politiche, bensì la necessità di portare, una buona volta, la legalità tra i banchi della vita di questo Paese, non possiamo non lanciare un micro pensiero al dopo. Se così è, se è vero che si sta iniziando una Mani Pulite romena, speriamo che alla fine, l’epilogo non sia come quello che stiamo vivendo noi.
Gianluca Testa