Spazio Italia - Radio Timisoara

Pensieri e basta

10/07/2011

Sessanta per cento!

La notizia in Romania ha fatto parlare i giornali per qualche giorno, non più di un paio.

Il fatto è che solo il 40% degli esaminandi per la maturità scolastica, hanno superato le prove d’esame. Questo significa che il SESSANTA per cento (60%) degli alunni NON E’ stato promosso. La notizia della notizia è che la maggior parte di questi è stata colta mentre copiava e che le traccie da copiare sembra siano state preparate dagli estessi esaminatori! Il seguito della notizia è che moltissimi di questo volume infinito di inqualificabili, sono stati difesi dai loro genitori che, in virtù del fatto che per ottenere le copie dei temi da copiare hanno pagato i professori, hanno pure fatto ricorso.

Tra lo sfacelo del sistema, iniziando dallo Stato che conoscendo e accettando le “mal practice” degli insegnanti che “giustificati” da salari ridicoli cercano il conforto nelle lezioni private date agli stessi loro alunni, i quali se non partecipano alle lezioni private non potranno ambire ad ottenere i voti che serviranno per poter accedere ai licei migliori ed alle facoltà migliori (migliori per cosa?), dato che in Romania c’è lo sbarramento basato sulla media dei voti e finendo con i genitori che credono davvero che l’importante sia il “diploma” in quanto pezzo di carta, tanto i soldi si fanno in un altro modo, quello che accade è un terribile appiattimento al basso della cultura e dei principi che da essa sono generati.

Da imprenditore mi sono moltissime volte trovato a dover selezionare del personale specialistico, dei professionisti in erba, diciamo. Dopo i primi cento casi, non ho più nemmeno chiesto se i candidatiavessero o no ottenuto un qualche diploma o laurea, dato che questo fattore non costituiva in nessun modo nessun vantaggio rispetto coloro i quali non ne avevano ottenuti.

Questi vent’anni dal dopo rivoluzione hanno impoverito culturalmente e moralmente questo Paese, in una maniera talmente profonda da inquinare tutti i più profondi gangli del tessuto sociale. Tutto questo rende incredibilmente difficile anche la semplice formulazione di una qualunque ipotesi di come poter procedere per trovare una soluzione, che, nel migliore delle ipotesi, avrebbe bisogno di almeno altri vent’anni per mostrare i risultati.

MA quale politico, che attualmente basa il suo futuro sulla brevità delle sue azioni che in nessun motivo possono superare i due anni visto che i successivi due devono essere votati alla raccolta del nuovo consenso in vista delle elezioni e della tanto sperata rielezione, avrebbe il coraggio di intraprendere un cammino che di populista non avrenne proprio nulla? Non credo che lo farebbe nessuno, almeno fino a quando il sistema democratico che conosciamo sarà basato sulle regole di controllo e di verifica che stiamo utilizzando (male).

Chiudo con una domanda che sicuramente sarà considerata stupida, ma che razza di genitore può ritenere che agire in questo modo possa aiutare il proprio figlio a diventare una donna, un uomo, capace di cavarsela da solo nella vita?

Se il modello il genitore che compra l’esame, il professore che lo vende, l’esaminatore che ti consegna la copia della soluzione del problema d’esame, i colleghi che hanno esattamente la stessa soluzione, lo Stato che paga stipendi da fame “tanto i professori guadagnano in nero dalle lezioni private che non potrebbero fare”, che tipo di prodotto risulterà domani? Che tipo di classe dirigente, di insegnanti, genitori, imprenditori, operai avremo?

Gianluca Testa

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