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Pensieri politici,Spazio Italia - Radio Timisoara

02/08/2012

Ragionando.

Nelle more del mio ultimo “post” ho da aggiungere una dovuta risposta. Dovuta perchè non è elegante lasciare in sospeso una domanda ed , inoltre, ma soprattutto, perchè la domanda serve per ragionare, prima di dare una risposta.
Bene il mio pensiero è che la risposta alla domanda se un Presidente della Repubblica debba o non debba ritirarsi in visione del disastro che la sua permanenza potrebbe causare al suo Paese, è assolutamente no.
Assolutamente no perchè significherebbe lasciare in mano il suo Paese alle, ormai chiare, intenzioni di ripristinare una non democrazia ed instaurare un regime, che anche se di un colore politico indefinito, avrebbe il sapore di quanto vissuto negli ultimi sessanta anni.La coalizione politica, nata apposta per demolire il Presidente della Repubblica, basa la propria esistenza su un principio che non ha niente a che vedere con la volontà di sviluppare i principi economico democratici che un Paese Europeo deve avere. Si basa solamente su di un atto di “guerra” un attacco determinato e risoluto alla destituzione di un uomo che, a loro, detta, è reo di aver infranto i principi democratici del Paese, arrecando danni incalcolabili all’economia e, di conseguenza, alla vita dei cittadini tutti.
Ma questo attacco alla persona, non è per caso anche un attacco alle Istituzioni? Dal mio e non solo dal mio parere, sicuramente si. Gli strumenti utilizzati per arrivare a questo scopo non sono stati strumenti legittimati costituzionalmente. Si è ricorso a sotterfugi, a movimenti di cariche Istituzionali dello Stato utilizzando strumenti che hanno fatto inorridire mezza Europa. In AMerica perfino l’addetto al check in della United, all’areoporto di Newark a New York, mi ha chiesto cosa succede in ROmania, dopo che ha visto la mia destinazione di arrivo.
Un gioco pericoloso, farcito da centinaia di bugie e di slogan dal sapore di vecchio comunismo.
Poi, analizzando il voto del referendum non si può certo dire che i RUmeni non abbiano capito il gioco che si stava facendo. Non votando e non validando il referendum hanno espresso il loro parere contro questa nomenclatura agonizzante, in cerca di raccogliere consensi a qualunque costo. In cerca di appropriarsi di cariche e funzioni dello Stato, che nelle mani dell’attuale Presidente, stanno diventando pericolose.
La magistratura sta facendo passi avanti, lentamente è vero, ma li sta facendo. La condanna definitiva dell’ex premier è un segnale fortissimo, che ha innescato tutto questo processo. Se i conti tornano, adesso dovremmo assistere ad una tornata feroce di “rivolta” legale contro il passato potere. Certo il gigante sarà difficile da demolire, ma ce la si può fare.
La difficoltà sta nel fatto che moltissimi sono contenti di svolgere le loro attività in uno Stato dove le regole sono “altre”. Dove conoscere tizio o caio serve per avere delle porte aperte e conoscere in anticipo la soluzione delle domande. Certo bisogna sempre pagare, ma il ritorno decuplica gli “investimenti”. Poco importa se questo distrugge di fatto tutta l’economia sana, demolendo la concorrenza.
No, la risposta alla mia domanda è sicuramente no.
Bisogna andare avanti. Bisogna sforzarsi con tutti se stessi di portare la legalità in questo Paese, come in qualunque Paese, a tutti i costi.
Gianluca Testa

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