Quinto Orazio Flacco
Questo accade, molto spesso, credo, un po’ a tutti, ma ultimamente per me è diventato una sorta di ossessione.
E’ vero che sono esistiti ed esistono, donne ed uomini che scrivono interi brani di storia, siano essi a caratere mondiale che locale, ma queste persone non sono altro che una replica di altre che le hanno precedute in passato e, loro stesse sono un modello per coloro che sono a venire.
Tutto questo significa solamente che, eccezion fatta per i particolari, che poco interessano, le storie non fanno altro che ripetersi.
La verità dell’aurea mediocritas, lode ad Orazio, è inconfutabile, dato che gli eccessi, siano essi in basso che in alto, vengono sempre esclusi ed in molti casi banditi.
E’ vero che ognuno di noi si sente come un universo a parte e, se consideriamo la comlessità del nostro personale essere, senza voler entrare in questioni genetiche e filosofiche, possiamo certamente asserire di essere dei mondi di diversità, ma è anche vero che tutte queste differenze, dato che abbiamo stabilito che esistono, non sono che infinitesimamente piccoli dettagli che, se osservati da un livello leggermente più generale della stretta sfera personale, diventano quello che in realtà sono, dettagli appunto. Poi, più allontaniamo il punto di vista, più questi dettagli non raggiungono nemmeno il rango di visibilità e di percettibilità percepita, per cui, semplicemente spariscono.
Il succo di tutto questo sta nel fatto che le nostre azioni, se non sono macro, non si vedono se non ad un livello molto ristretto a meno che, a causa dell’eccezionalità di una serie quasi infinita ed imprevedibile di fattori, questi eventi non rappresentino un qualcosa di più per un numero più grande di persone.
Senza entrare nel fattore squisitamente patologico della necessità di alcuni di apparire a qualunque costo, possiamo dire che l’ignoranza di questi fattori ci rende sicuramente non noti ma decisamente sereni.
L’aurea mediocritas corre a proteggere il nostro sonno e la nostra veglia permettendo ai nostri sogni, non imbrigliati nella quotidianità di navigare in mari senza regole alcune.
Per uni, però, l’aurea mediocritas delinea dei confini troppo stretti sia in spazio che in tempo ed ecco che, senza quasi accorgersi, ci si trova a combattere con le regole che governano il resto dl mondo. Non le si subisce più, ma anche se non le si vuole combattere si è obbligati a farlo, il più delle volte per difesa.
Intanto, in tutto questo, il tempo trascorre ed anche se fosse fermo, se non esistesse, quel qualcosa che ci rende maturi e poi vecchi, funziona alla perfezione e lentamente ci consuma.
Nell’unicità di ognuno di noi viviamo il paradosso di essere nella stessa barca e di svolgere infinite medesime azioni mosse da infinitamente diversi individui, personalmente mi sconvolge e mi attrae. Oltre ad essere un paradosso risulta essere un pericoloso limite nel momento in cui qualcosa dentro di noi viene a rompersi.
Mi piace giocare con questi pensieri, sono convinto che moltissime altre persone lo fanno, anche se non ho ancora percepito il pro di tutto ciò.
Gianluca Testa