Spazio Italia - Radio Timisoara

Spazio Italia - Radio Timisoara

04/10/2015

Proteggete le persone e non i confini.

Nella logica delle cose, noi, uomini di origini tribali, anche se di ancestrale memoria, stiamo rivivendo li terrore di essere invasi e di perdere, in un modo od in un altro, i diritti acquisiti, la nostra identità, la nostra sicurezza.
L’unico istinto che pervade moltissima gente è quello di chiudersi dietro le proprie frontiere ed allontanare chi, a migliaia, giorno dopo giorno, sta arrivando in Europa.
Il sentimento di difesa e di protezione è legittimo e fa parte della nostra cultura, quella cultura che abbiamo soffocato da anni con gli insegnamenti che una vita liberata dalle paure delle invasioni, ci ha permesso di vivere. Solo che adesso, oberati e schiacciati dal dilemma del cosa fare, sotterriamo qualsiasi senso di umanità e, giustificandoci con molti luoghi comuni, saremmo disposti a “dar fuoco all’invasore”.
I luoghi comuni sono della stessa categoria a cui appartenevano le storie che mi raccontava in classe suor Eldina, quando diceva che i comunisti mangiano i bambini. Certo , qualche cannibale sarà anche esistito in Russia, ma questo non significava che tutti i comunisti, concesso che ne siano mai esistiti, mangiassero i bambini. Lo stesso può dirsi degli islamici che stanno scappando dalle loro terre, dai loro cari, dalla loro vita, inseguiti da chissà quali interessi che, ad onor del vero, abbiamo scatenato noi.
Si noi, noi occidentali con i nostri migranti americani che con i migranti tedeschi e francesi abbiamo bombardato l’Afganistan, l’Iraq, la Libia e prima ancora sostenuto lo scia di Persia permettendo , di fatto, all’ayatollah Khomeini di iniziare il suo disegno di guerra santa. Molti dei miei connazionali, siano essi rumeni che italiani, quando parlo delle nostre responsabilità si ribellano, adducendo ragionamenti relativi alla loro estraneità alle scelte politico militari intraprese dai nostri governanti. Io non posso accettare una fuga dalle mie responsabilità quale cittadino del mondo che ha tramato ed ordino, oltre che eseguito, gli attacchi militari che hanno destabilizzato labili equilibri tribali e, che, di fatto, sono il vero motivo per il quale, milioni di uomini stanno tentando di mettersi in salvo dall’eccidio in atto nei loro Paesi di origine.
Questa responsabilità non i permette nemmeno di giustificare il dichiarato desiderio della maggior parte della gente europea di tenere fuori dalla porta i profughi, innalzando barriere, schierando la polizia e l’esercito e chissà quant’altro, con la ragione che l’esodo sia motivato solamente dal fatto che questi popoli stanno solamente cercando una migliore sistemazione economica, offerta da alcuni paesi europei in misura più generosa che di altri. Per cui , grazie a questo ragionamento, non sarebbe vero che i migranti stiano scappando per mettere in salvo la loro vita e quella dei loro cari, ma lo farebbero solamente per meri motivi economici.
Tutto molto scarno e bieco a mio parere, ma, se vogliamo approfondire un attimo, molto pericoloso.
Abbiamo appena festeggiato i 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e stiamo rialimentando focolai molto pericolosi di xenofobia e di nazionalismo oltre misura.
Il popolino è molto veloce ad assorbire teorie di difesa del proprio giardino per giustificare atti immondi, e la stampa oltre che i politici interessati solamente a garantirsi un futuro legato agli scanni di qualche sala parlamentare, dichiarano le più immonde nefandezze. La responsabilità di fomentare tali fobie è la stessa responsabilità che portò i tedeschi ad accettare e, in alcuni casi, applaudire, la notte dei lunghi coltelli [Röhm-Putsch] nella Germania dei primi del 1934, per approdare dove sappiamo o dovremmo sapere tutti.
Oltre a questa che, purtroppo, è molto di più che una mesa ipotesi, dobbiamo concepire e sviluppare un ragionamento politico, economico e sociale, circa la necessità assoluta di assistere la sistemazione e la risoluzione dei conflitti lì dove sono.
Non riusciremo mai e poi mai a risolvere il problema, che volgiamo o no è diventato il nostro problema, chiudendo i cancelli di casa mettendo l’esercito con i cannoni a garantirne l’inviolabilità. Dobbiamo prendere coraggio, racimolare le migliori idee, stringere ingenti fondi ed andare la a cercare di aiutare il popolo a risolvere i problemi del mondo contemporaneo. Tra quelle milioni di persone ci saranno sicuramente diverse migliaia di persone intenzionate solamente a rivendicare diritti che non hanno mai avuto , approfittare di situazioni particolari e di fomentare odi per assecondare chissà quali disegni di egemonia. Ma ce ne sono milioni che non hanno nessun interesse se non quello di continuare la loro vita tra le loro tradizioni, con le loro famiglie, svolgendo le loro attività di sempre a casa loro.
A Lampedusa, isola tra le più conosciute al mondo, forse più di Ellis island, per il problema degli sbarchi dei migranti, mantiene i vivi i colori di un murale dipinto sulla parete che si affaccia sul porto, che recita “PROTEGGETE LE PERSONE E NON I CONFINI”.
Gianluca Testa

Leave a comment

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL