Politiche 2012
Certo che e’ stato difficile andare a votare ieri in Romania.
La neve ed il ghiaccio, benvenute per la coalizione di vincitrice, grazie alla radicata indifdferenza della maggior parte della popolazione rumena nei confronti della Res Publica, hanno giocato a favore di una vittoria della coalizione USL, quasi impressionante.
Non si puo’ certo negare che l’organizzazione di partito non abbia funzionato. USL ha messo in campo tutto il potere mediatico e psicologico disponibile al fine di attrarre e convincere qualla parte della popolazione che, ancora, langue nel limbo del “era meglio quando si stava peggio” e del qualinquismo piu’ sfrenato del “sono tutti uguali”.
Peccato, non perche’ tenessi ad una vittoria differente, anche se, onestamente, non saprei cosa aspettarmi da chi ha cercato, impavidamente, di abbattere e scavalcare delle regole democratiche fondamentali, ma soprattutto perche’ la collusione dei vinti e’ tale che sara’ difficile credere che ci possano essere dei percorsi che portino questa classe politica a delle norme etiche e di legalita’ accettabili. INoltre c’e’ il timore che la prepotenza mostrata dal potente in auge, altro non soffra che il rafforzare la sua impropria forza a scapito del singolo, che puo’ essere inteso anche come comunita’, che per sfortuna o fato, si trovasse ad “intralciare” il cammino del potentato del caso.
I proclami al seppellimento dell’ascia di guerra, credo che siano solo avvertimenti, nemmeno tanto sottili, all’indirizzo di avversari che, non sia mai, avessero ancora in testa l’idea di proseguire con quella pseudo, purtroppo, azione purificatrice, inizialemnte intrapresa con la sentenza Nastase.
Il punto focale e primario del dopo elezioni sara’ raggiungere il quorum necessario per modificare la Costituzione e, finalmente, abbattere le ultime barriere che cosi’ tanto hanno preoccupato i potenti della terra la scorsa estate. Se il problema e’ la costituzione, la cambieranno agiungendo e/o togliendo quello che disturba il proseguio della strada intrapresa che non puo’ e non deve avere avversari. Loso che non suona affatto democratico, ma sono convinto che questo e’ il macro pensiero che aleggia nelle menti dei ‘vincitori’.
Ad ogni buon conto, democraticamente parlando, non possiamo soffocare la speranza di milioni di persone che senza dubbio alcuno, alimentano ancora la speranza che qualcosa di meglio possa accardere.
Certo il popolino parla di soldi, di salari piu’ ricchi, visto che tutto aumenta. Ma cosa ci vorrebbe affinche’ i vincitori, chiamati a governare il Paese per i prossimi quattro anni, iniziassero veramente un processo di rinnovamento politico economico basando tutti i loro sforzi nel cercare di rendere il Paese, finalmente, un bel e buon posto dove vivere?
Il modello economico mondiale basato sulle regole del profitto, non funziona e non puo’ funzionare. Una Nazione di scontenti e’ una nazione che continuera’ a perdere fiducia e potere fino ad un collasso che, tutti quanti, ci auguriamo di non rivivere mai piu’. Esistono, all’uopo, modelli che, anche se embrionali, tessono nuove idee e nuovi concetti che prevedono una divisione della ricchezza ed una ripartizione dei carichi di responsabilita’ e decisionali tra tutti gli appartenenti al gruppo economico, sia esso un piccolo negozio che una societa’ produttrice. Tutto punta verso i valori umani che sono, senza ombra di dubbio, la chiave per la vera differenza.
In tutti questi anni e non solo in Romania, parole e concetti inflazionati quali