L’onore degli esclusi.
E’ proprio vero, da qualche parte c’è una giustizia che impéra e governa l’insieme delle cose. Bisogna avere pazienza e sénno per tradurre i spesso criptici messaggi da essa generati.
Per non continuare il cammino del sottointeso, raccontiamo, a puro titolo d’esempio un’ipotetica situazione che non è accaduta, ma che avrebbe potuto esserlo.
Diversi anni fa, insieme ad altre persone, alcune delle quali sono state ritenute per anni serie e preparate, si era deciso di fondare un qualcosa che avesse il titolo e lo statuto per rappresentare una certa cerchia di persone. Coloro i quali si sono prodigati per la costituzione di questa entità, che per comodità chiameremo “Italians”, per lo più avevano intravisto un solo scopo nel perseguire e realizzare l’idea. Altri, la possibilità di accrescere i propri vantaggi personali e ricrearsi una verginità, forse mai avuta.
Il Paese in cui questa favoletta si svolge è un Paese che per situazioni diverse non conosce i personaggi in questione, se non per quello che di loro, essi hanno raccontato. Il pubbico, per educazione, fa il suo mestiere, crede o non crede.
Alcuni dei Fondatori, grazie sia alle cariche occupate e sia al bagaglio di cultura, esperienza e, soprattutto, educazione, non solo iniziano a dare lustro e credibilità alla “Italians”, ma anche a coloro i quali se ne accodano strada facendo.
Si sà, queste attività sono faticose, e se svolte onestamente e per il solo scopo per il quale sono state costituite, arrecano solo vantaggi morali, anche se di non poco conto.
Si sà pure che, queste attività, possono essere preda di “sciacalli” pronti ad approfittare di quanto costruito, per intersecare i propri interessi personali, con le occasioni fornite dalle opportunità create dall’attività ufficiale.
Con l’andare del tempo, Qualcheduno dei primi, si accorge che qualcosa non va come dovrebbe andare. Si guarda in torno e scopre che inizia ad essere circondato da persone ignoranti (nel senso che ignorano), da piccoli truffatori (nel senso che truffano), da ladri (nel senso che rubano), da approfittrici (nel senso che approfittano in maniera bieca e sudicia della buona fede di altri), insomma da una cerchia sempre maggiore di feccia umana.
Molta di questa componente, ancora capace di resistere grazie alle posizioni acquisite in seguito ad azioni malavitose o pseudo malavitose perpetrate, di solito, ai danni delle società che, ancora incompresibilmente, si fidano di loro, continua a villantare una credibilità sociale che in condizioni di normalità non potrebbero ambire nemmeno nelle più rosee delle previsioni.
Quindi, i Qualcheduno di poc’anzi, dopo un tentativo, umano anche se puerire, di pulire il mondo, si ritirano ed iniziano a coltivare le proprie realtà personali, allontanando il rischio di essere accomunati a cotanta feccia. Purtroppo l’allontanamento è solamente parziale. La radice che, per la maggior parte, li accomuna non può essere azzerata. E’ la stessa radice che accomuna lo strupatore di Roma con il Professore Universitario nato nella stessa nazione.
Quindi colti da un ìmpeto di ferito orgoglio, dopo qualche anno di totale dignitoso silenzio, spesso disturbato dai rumori della feccia timorosa che i Qualcheduno possano raccontare della feccia particolari, per costoro spiacevoli, decidono, in principio, di sondare la possibilità di rientrare nel gruppo degli “Italians” per preservare l’immagine del ‘Professore Universitario‘.
E qui, quando la storiella che vi sto raccontando potrebbe avere un epilogo da mille ed una notte, dove il buono vince scacciando la zella dall’uscio, avviene l’incredibile, in quanto normale. I Qualcheduno vengono chiamati non graditi proprio dall’allarmata feccia che cerca, così, di escluderli. I Qualcheduno, dopo un primo attimo di leggittima sorpresa, capiscono che di fatto hanno vinto. Capiscono che l’onore dell’essere escluso dal gruppo dei fecciosi, altro non è che il riconoscimento del proprio onore.
Altro non serve.
Potrebbero anche non più pensare a quanto potrebbero svolgere negli “Italians”, possono svolgere molto di più non facendone mai più parte.
Gianluca Testa
Nostradamus!
Comment by Enrico — 06/01/2017 @ 4:12 PM