Jazz Festival
E’ il quindicesimo anno che a Garana (ex Wolfburg), località montana a circa 35 km da Resita nell’entroterra Rumeno, si svolge un festival internazionale di musica Jazz.
Come ogni anno ha piovuto e come ogni anno, c’erano moltissime persone. Tra gli artisti un terzetto favoloso, senza voler togliere nulla agli altri, Hiromi Uehara al pianoforte (eccezionale!), Anthony Jackson al basso e Simon Phillis alla batteria.
Non so che cosa rende speciale questo posto. Forse perchè per raggiungerlo bisogna percorrere circa trentacinque chilometri di una strada, che se non fosse per il fondo disastrato, sarebbe stupenda. Forse per l’idea che in un posto praticamente sconosciuto, si radunino tra i più importanti musicisti di Jazz di sempre. Forse perchè chi viene qui h mantenuto lo spirito di chi per ascoltare della buona musica, per evadere da qualcosa che sa molto bene non appartenergli, accetta la pioggia, il freddo ed i disagi di una notte, o più, in tenda, dato che la maggior parte degli spettatori sono giovani che non possono permettersi il costo di una delle poche camere a disposizione. Sicuramente ci sono migliaia di altri motivi che rendono questo avvenimento e questa località attraenti. Personalmente ritengo che il ricorso al contrasto delle realtà ed al fatto che Garana pochi anni or sono era praticamente disabitato e che, con non eguale fortuna, altri paesi-villaggi che gravitano nel circondario non sono riusciti a riemergere e che, anzi , hanno ceduto il passo alla foresta com’è accaduto a Liendenfeld, tutto questo rende un fascino che si lascia respirare alimentando fantasie ed immaginazione, condita da un’aria purissima e da splendide note, almeno per tre giorni ogni anno. Inoltre, per me esiste un motivo in più, gli ospiti che ci ricevono, Delia ed Andy, sono l’esempio di coloro i quali, con la magior parte dei loro amici, rendono speciale ogni occasione d’incontro. Quindi tra gulas, spaghetti e le note dei più quotati gruppi musicali del momento, è stato decisamente un weekend d’eccezione.
Non so quanti italiani conoscono questo eventoe, così quanti conoscono le centinaia di “rughe”, feste popolari, che vengono svolte nei vari villaggi e paesi rumeni da tempo immemorabile. Una volta tanto è giusto non biasimare e criticare e basta, ma cogliere aspetti culturali che non hanno a che vedere nulla con le truffe ed il mal costume.
Gianluca Testa