Spazio Italia - Radio Timisoara

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07/11/2015

Finalmente, ma per quanto?

Non per dire lo avevo detto (VOX POPULI) ma lo avevo sperato. Bene s’e’ avverato. MIgliaia di persone sono per strada da quattro giorni. Sono riuscite a dimettere l Primoministro, pluri indagato Ponta, il sindaco del quarto settore di Bucarest Pietone e tutto il governo. Anche l-arrogante degli interni, reo di abudo continuato delle scorte ufficiali con apripista per arrivare prima dall’amante o dal barbiere. Costo per le casse dello stato, enorme, a cui si aggiunge l’incalcolabile valore della vita di un uomo di 28 anni che, nonostante non vi fosse nessun quadro legale, guidava a velocita’ indecente, la colonna di detto ministro per permettere a questi di non perdere tempo ed a lui stesso di morire.
Una considerazione e’ d’obbligo.
Ma se questo ministro ha abusato per ben 1600 volte nell’acro del solo 2015, della scorta che non gli era dovuta, perche’ nessun poliziotto si e’ ribellato? Se la polizia ha giurato, al di la del giuramento del ministro, di servire la patria e le leggi della stessa con onore, per quale motivo ha accettato un ordine in palese contrasto con le disposizioni in vigore?
Stupida domanda?
Bhe, non proprio, visto che decine di migliaia di Rumeni sono scesi in strada a protestare. Protestano contro la corruzione dilagante, contro la boria di tutti, indistintamente tutti, coloro i quali si vantano e si fregiano di qualche carica pubblica, anche insignificante. Protestano contro uno Stato che ha usurpato i valori per i quali migliaia di loro concittadini sono morti nel 1989. Protestano contro la pratica, divenuta consuetudine, di risolvere comunque. Pompieri che prima di iniziare un controllo presso un agente economico, chiedono un contributo per una fondazione. Poliziotti che fanno lo stesso, FInanzieri un po’ meno raffinati la chiedono per se stessi. Al comune di ogni citta’ o paese, lo stesso. Negli ospedali non ne parliamo.
La gente non ne puo’ piu’, anche se, spesso, molta di quella gente, quella che protesta, ha approfittato, alimentando il sistema attuale. Anche non facendo nulla contro un abuso semplicemente visto, non direttamente subito.
Bene per strada allora, ma non basta.
C’e’ il rischio che qualcuno riesca a manipolare la folla, non ora, non a caldo, ma tra un po’, quando ci sara’ meno gente per strada. Allora saranno tutti rivoluzionari.
NOn basta. Oltre al rischio di essere strumentalizzati, che il rischio di sperperare questo patrimonio di pathos in rivoli di richieste non strutturate. Quando queste sono state canalizzate con forza univoca verso un obiettivo, l’obiettivo e’ stato raggiunto. Il Primo ministro s’e’ dimesso, il sindaco pure, il governo e’ caduto. Ma senza una focalizzazione attenta e puntuale, la forza si diluira’ e perdera’ d’efficacia, il sistema avra’ vinto e ritornera’ a pasturare dove sta pasturando da oltre 26 anni.
Serve un movimento come , simile al M5S italiano. Pochi principi, regole chiare, forti ed inderogabili per nessuno. Uno vale uno. Il politico e’ un semplice mandante, senza diritti di casta, solo doveri di rappresentanza. Con un mandato chiaro, esplicitamente ottenuto nel corso delle elezioni e, se le situazioni future prevedessero qualcosa di non previsto in sede elettorale ed introdotta nel programma votato, allora si ricorre alla rete.
Decide la maggioranza della gente.
Niente affari in politica, niente politici di carriera. Due mandati e poi a casa. Grazie per aver servito lo Stato, adesso torni al tuo lavoro, dopo aver svolto il tuo dovere.
Rimaniamo in attesa, ma faccio il tifo.
Gianluca Testa

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