Ed intanto in Italia…
Oggi vedremo cosa succede con il nostro Senatore dell’Utri. Il Pubblico Ministero ha chiesto altri de anni di reclusione oltre i nove ai quali è già stato condannato in primo grado. Certo che se il disegno terroristico-politico-mafioso fosse provato, il capo della così detta “cricca” non potrebbe essere processato, dato che sarebbe leggittimamente impedito a rispondere allo Stato. Non male.
Tutto questo, considerando che a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia, di sicuro sconcerta.
La tesi che si va, via via, delineando è che alcune menti “illuminate” avrebbero approfittato del “la” suonato dal Riina con le stragi di Capaci e Via d’Amelio a Palermo, sfruttando al volo la potenzalità emotiva da questi attentati generata nella coscienza comune, al fine di permettere ad una “forza nuova” di prendere il potere in Italia. Allora si sarebbe chiesto un ulteriore “aiutino” con gli altri due attentati che, pur di stampo mafioso non avevano nulla dello stile mafioso, progettando addirittura un terzo a Roma all’Olimpico che avrebbe potuto dilaniare almeno cento carabinieri. “Aiutino” questo per smuovere gli ultimi indecisi. In cambio cosa? Bhe è chiaro, un’attività più rilassata nei riguardi dei mafiosi incarcerati, ed un’attenzione mirata a non rafforzare alcune leggi sopattutto in materia di patrimoni sequestrati, oltre alla meravigliosa possibilità, tutta italiana, di condonare i miliardi frutto di sangue terrore, depositati all’estero.
Qualcosa, sembra, che non abbia funzionato come avrebbe dovuto. La mafia ha iniziato a parlare. Non ci si pente a caso e, almeno io credo, senza uno scopo ben preciso.
Quindi aspettiamo, così come aspetta il Senatore dell’Utri, il Presidente Berlusconi, e tanti altri al loro codazzo. Aspetta anche l’ex vice re della Sicilia, “vasa vasa”, amante dei cannoli oltre che delle effusioni pubbliche. Aspettiamo anche noi, che tutto faremo, ma non staremo zitti, mai.
Gianluca Testa