Spazio Italia - Radio Timisoara

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22/08/2011

Economia Reale

Nell’ingenuità dei bambini cresce quasi sempre il germe della verità che noi, i grandi, siamo ormai abituati a confondere con quasi tutto quello che viviamo. Provate a spiegare ad un bambino il concetto che ha sviluppato ed adesso sta soffocando la nostra economia, quello che regola i mercati finanziari. Credo che non ci riuscirete. Di fatto è inspiegabile se non entriamo nelle logiche della speculazione, ovvero in quelle logiche che non hanno nulla a che farfe con la vita reale, reale intesa come Res-Rei. “Future”, “options” “Prime rate” e decine di altre terminologie per definire il più grande e pericoloso gioco d’azzardo. Compri un seme che domani per gli effetti malefici dei contratti a termine e dei vari moltiplicatori finanziari, diventa un paese e che in poche ore sparisce completamente, non hai più nemmeno il seme. Ho conosciuto molta gente che si definiva “cassettista” comprava cioè azioni di una grande società (tanto potrà solo che aumentare il proprio valore….!) e si dimenticava di averle per un anno, fino a quando non venivano distribuiti e pagati i dividendi. Poi si è arrivati a spculare, sempre più forte, e pochi hanno continuato ad accontentarsi ad aspettare un anno per percepire i dividendi che, comunque, erano sempre poco più alti dei titoli di Stato, alimentando la schiera degli speculatori. Ma, lo abbiamo detto, si tratta di un gioco d’azzardo (sfido chiunque a dimostrare il contrario) e qualche volte andava bene, ma qualche volta no. Bastavano poche volte sbagliate ed il capitale se n’era andato e ne bastavo meno sbagliate e tutti i guadagni pregressi erano bruciati. L’effetto perverso era che anche i “cassettisti” convinti, pagavano gli effetti della speculazione, dato che le aziende non riuscivano più a garantire i dividendi, visto che loro stesse erano direttamente ed indirettamente coinvolte nel gioco delle speculazioni.
Dobbiamo ritornare al mercato reale. Dobbiamo assolutamente dare il giusto valore alle cose che vogliamo comprare e che vogliamo vendere. Non è possibile che chi lavora di più in questo momento, chi lavora in senso stretto del termine, percepisce il valore minore del bene che senza il suo operato non sarebbe stato prodotto. Non parlo di un concetto comunista, ma di chi, imprenditore, ha investito il suo lavoro ed il suo capitale per produrre qualcosa che a lui frutterà un centesimo di quello che frutterà allo speculatore che si approfitterà del fatto che l’imprenditore non ha gli stumenti per chiudere il suo ciclo. Le regole e le leggi del dopo tracollo del ventinove hanno permesso alle banche di mischiare i propri affari con le speculazioni, che si chiamano “investimenti” nel gergo del mondo della finanza e, le stesse banche che hanno polverizzato miliardi di miliardi di capitali investendo in titoli ed azioni inesistenti, hanno ingoiato miliardi di miliardi di dollari utilizzando il ricatto del fallimento di milioni di famiglie e di piccoli risparmiatori. Se continueremo ad insistere con il vecchio modello, assisteremo al tracollo violento del sistema e non ci sarà nulla da fare se non demolire tutto e sperare di essere ancora vivi per ricominciare daccapo.
Gianluca Testa

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