Spazio Italia - Radio Timisoara

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02/06/2010

Circo.

Circo

Circo

Qualche anno fa, per entrare in Romania si doveva pagare la “VISA”. Se non ricordo male il controvalore per un mese di permanenza era di 60.000 lire. Poi qualcuno di noi capì e scoprì che si poteva chiedere un visto temporaneo che si accomunava al permesso di soggiorno provvisorio, e la coda per il VISA diventava un mero ricordo. Molti di noi consideravano quell’obol una sorta di biglietto per entrare nel “circo”.
Sono passati diversi anni da allora. La Romania è entrata in Europa e dall’evoluzione degli “affari”, meglio definibili speculazioni, siamo approdati alla crisi.
Oggi non paghiamo più il biglietto del circo, ma le occasioni per generare ilarità non mancano di certo. In questi giorni c’è il ballottaggio, è il caso di dirlo, tra le dichiarazioni degli uomini di Governo, sulle manovre anti crisi. Tagli si, tagli no. Venticinque per cento, quindici percento e così via. Una cosa possiamo sicuramente riconoscere. Non c’è stato il coraggio di licenziare quella massa enorme di statali, pressocchè frutto di quella logica di scambio a noi tristemente nota, che avrebbero dovuto, senza dubbio essere effettuati. S’è parlato di circa quattrocento mila persone. Non sono certo poche, ma per un secondo pensiamo non al fatto di doverne, in qualche maniera, annichilire l’effetto economico, pensiamo a quando sono state assunte. Una ad una, promessa dopo promessa, riempiendo via via, uffici e spazi pagati dai cittadini percependo stipendi pagati per i cittadini, al fine, spesso unico e solo, di garantire continuità od inizio, a quello od a quell’altro politico. Una schiera di persone che una ad una formano quella schiera di dipendenti statali che, invece di servire il proprio datore di lavoro, il contribuente, si arroccano tra i “poteri” attribuiti dalla detenzione del timbro, meglio conosciuto come “stampila”, per “arrotondare” il già generoso, perchè corrisposto non per motivi di pubblica utilità, stipendio. Quindi, invece di far calare la mannaia su tale mal pratica e cercare di riportare, oltre ai conti anche il pensiero comune ad una migliore e più razionale logica di utilizzato delle risorse pubbliche, s’è preferito al solito, operare in perfetto stile comunista, meno a tutti.
Professori che percepiscono in chiaro meno del cinquanta percento delle loro entrate visto che il resto lo pretendono in nero erogando lezioni private ai propri allievi, medici che, statini paga alla mano, guadagnano meno di un operaio in fabbrica, ma riescono a vivere in ville pacheggiando SUV difronte agli alberghi di Cortina d’Ampezzo per non parlare di altri dipendenti dello Stato quali i rappresentanti del Ministero delle Finanze per chiudere con quelli delle così dette Regie Autonome, in questi giorni, solidarmente, marciano in protesta per difendere il loro diritto ed il loro salario. Il Governo, nel frattempo, pare si sia reso conto che l’annunciata manovra anti crisi, non sia sufficiente e, tra le righe, sembra voler correggere la non ancora approvata manovra.
Insomma un po’ quello che accade anche da noi giù in Italia. Il Prmo Ministro che dichiara che va tutto bene, operari che s’inventano “l’isola dei disoccupati”, giovani che annaspano tra le domande di lavoro, commercianti strozzati dai debiti e da esattori impuniti e furbi che, saltati al momento giusto sul carro del biscione, svicolando tra le condanne penali con un bel quadriennato di Parlamento o Senato, se la ridono sfregandopsi le mani fregando i fondi offerti dall’ultimo terremoto.
Tutto sommato, un simile spettacolo giustificherebbe ancora un biglietto.
Gianluca Testa

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