Spazio Italia - Radio Timisoara

Spazio Italia - Radio Timisoara

12/08/2016

Ce bine ca esti.

Stefan Calarasanu a Palermo davanti al Busto di Brancusi sito nel parco di piazza marina Le parole, lo sappiamo, possono essere dure come pietre o dolci e soavi come petali di rose.
Non so per quale ragione, a cena, ieri sera, con Silviu Oravitzan m’e’ tornata in mente la cerimonia che abbiamo svolto in Sicilia un paio di anni orsono, per commemorare Stefan Calarasanu, mio grande amico e lo abbiamo fatto con l’entusiasmo della gente di Menfi, con l’aiuto, graditissimo di Bogdan Rata, che ha offerto la placca di bronzo da apporre alla Campana di Stefan e dell’inaspettata interpretazione di un’attrice d’eccezione.
Le parole di Nichita Stanescu, della sua “Ce bine ca esti” hanno bloccato il respiro della gente, numerosissima, che, benche’ non ne capisse il significato, fintanto che un altro attore ne recitasse i versi tradotti in italiano, erano accorsi per assistere alla manifestazione.
Questo ricordo, raccontato a distanza di un paio di anni, e’ talmente vivo che stento a credere possa essere possibile.
In fondo, tutte o quasi tutte, le sensazioni che pervadono il nostro essere, durante la nostra esistenza, sono l’essenza della nostra vita.
Nulla e’ eterno, nell’accezione dell’infinito, ma nella nostra sfera temporale, dobbiamo dire e possiamo dire “per sempre”.
Interessi, raggiri, scenari senza onore ed etica, degni solo dei piu’ meschini degli esseri, dediti solamente al soddisfare istinti primari, non fanno parte di questo pensiero.
Sono patetico, me ne rendo conto e, se lo volete sapere, me ne vanto, si mi vanto di pensare che sia cosi’ che sentimenti e qualita’ delle azioni, rendono il nostro mondo diverso da quel coacerbo di orride esigenze dettate dalla stupidita’ dell’ingordigia.
Non viviamo che una manciata di millisecondi, nell’accezione dell’infinito, forse nemmeno quelli e, nonostante questo, ci sentiamo eterni. Agiamo come se fossimo degli dei, immuni al tempo, immuni alle regole dell’universo.
Poveri stupidi ignoranti sbruffoni.
Certo, dobbiamo confrontarci con le difficolta’ che la vita ci pone, ogni istante, di fronte.
Dobbiamo lottare per noi e per i nostri cari, proteggere, costruire e consolidare il nostro nido, ma dobbiamo anche coltivare i nostri interessi, le persone che ci sono care, quelle che amiamo e che rispettiamo, stringendoci in comunita’ dove parole come solidarieta’, rispetto, comprensione non siano avulse da qualsiasi significato reale.
Ma dobbiamo cercare di non trasformarci in macchine senza anima e senza sentimenti, dobbiam portare il nostro pensiero ad un livello superiore per poter apprezzare l’altro.
“ce bine ca esti” deve essere rivolto a tutti coloro i quali sono pare della nostra vita. Senza ogniuno di loro sarebbe diverso, noi saremmo diversi, Io sarei diverso.
Ce bine ca esti.
Gianluca Testa

Leave a comment

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL