Clipper race Live
In questo breve post il tracker live della mia barca Ha Long Bay.
Sarò a bordo dal 29 gennaio 2024 in Australia.
un grande abbraccio ai miei compagni di avventura che in questo momento stanno regatando verso Punta dell’Este.
In questo breve post il tracker live della mia barca Ha Long Bay.
Sarò a bordo dal 29 gennaio 2024 in Australia.
un grande abbraccio ai miei compagni di avventura che in questo momento stanno regatando verso Punta dell’Este.
Nei sogni di ciascuno di noi albergano desideri che, purtroppo, non si avverano mai.
Avevo compiuto poco piu’ di vent’anni e avevo sempre praticato della vela, ma a livelli decisamente amatoriali.
Il Circolo Nautico Porto Palo, a Menfi in Sicilia, possedeva solo tre barche, Un FJ, un 470 e uno strale. Quest’ultimo era la mia passione, ma il mare di Porto Palo non offre particolari possibilita’ per sfruttare al meglio le potenzialita’ di questa magnifica e dimenticata deriva.
Poi, come accade qualche volta, conobbi qualcuno che mi avrebbe cambiato la vita velistica.
Alfeo E. Scattolin, un uomo di mare, progettista di meravigliosi yackt da crocera, come lo erano il Blue Eyed Princess
e La Fenice
,per non dire del Goldie Lion e del fantasmagorico trimarano Goldie Italia. Grazie a lui ho iniziato a vivere un mondo completamente nuovo. Uomini speciali, dedicati alla vela, capaci di soffrire per godersi delle traversate non sempre semplici ma animati da uno spirito di corpo fuori dal comune. E le barche, magnifiche, sinuose, affascinanti alla fonda cosi’ come di bolina o spinte da coloratissimi spi.
Un amore che mi ha inebriato sin dal primo momento, dove ho iniziato ad assaporare il mare, il vento le onde e gli orizzonti sconfinati.
E’ stato allora che ho iniziato a sognare l’oceano, solcare quei mari insidiosi, spesso amichevoli ma a volte brutali e ostili.
L’oceano, migliaia di miglia circondato solo dall’acqua, dai flutti. Solo con te stesso, solo con la barca, con gli eventi atmosferici e le tue paure e gioie.
L’oceano che si trasponde nel mio animo, infinito anch’esso, pieno di anfratti inesplorati, dove i limiti sono solo quelli imposti dal mio conscio, ma che con un po’ di esercizio, si allontananto fino a diventare imperscrutabili.
Poi il lavoro, l’abbandono dell’Italia, del mare, delle barche e il sogno, via via sempre piu’ adombrato. Anni di duro lavoro, di difficolta’ inimmaginabili, dove la ricerca delle soluzioni era sempre accompagnata dalla convinzione che potevo farcela.
E ce l’ho fatta.
Ma come ogni sogno riposto nei piu’ reconditi angoli dei nostri cassetti, a poco a poco e’ riapparso. Prima in modo flebile, silenzioso, ma accarezzato da nuove uscite in barca con degli amici con la mia bellissima moglie, con barche affittate in Turchia in Grecia e in Italia, ha ripreso piede, montando come un’onda sulle coste di Nazare’.
La mia patente nautica iniziava a pesare nel mio portafoglio. Era come se mi chiamasse come per ricordarmi che io vengo dal mare e al mare devo tornare, in un modo o in un altro. La mia nuova casa, Timisoara, non mi aiutava certo, data la lontananza da un mare decente, ma il pensiero da sporadico diventava giornaliero. Aspettavo la buona stagione per convincere la mia nuova famiglia a spendere le nostre vacanze in mare, in barca. Giorni sereni, alcune volte oscurati dal mal di mare del mio improvvisato equipaggio, per nulla avvezzo alle onde, ma ripagato dai tramonti in rada in qualche isola delle Cicladi.
Poi il caso, come quasi sempre accade mi porto’ a leggere un articolo pubblicato in qualche rivista nautca che sfogliavo in internet. Un uomo, Sir Robin Knox-Jonson.
Sir Knox-Jonson e’ stato il primo uomo al mondo a circumnavigare il mondo in solitaria senza scalo in occasione della Sunday Times Golden Globe Race nel 1968. Un’impresa pazzesca, senza strumentazione elettronica, a bordo di una barca a vela, il Suhaili, di poco meno di 10 metri (32 piedi),
affrontando burrasce e defezioni tecniche con la rottura del timone a vento nei mari a sud dell’Australia, costringendolo a governare la barca senza sosta per diversi giorni di continuo.
Sempre lui, nel 1995 ha fondato la Clipper Adventures, inventandosi una regata attorno al mondo, cui avrebbe partecipato una flotta di 12 barche di 68 piedi equipaggiate da regata oceanica, spartane ed essenziali ma sicure e veloci, la cui peculiarita’ sarebbe stata quella di assoldare equipaggi non professionisti da tutto il mondo.
L’edizione del 2023-2024 vedra’ in campo una flota di 12 barche, questa volta di 70 piedi,i cui equipaggi, debitamente preparati da diverse settimane di duro allenamento nel canale della manica, totalizzano un numero impressionante di amanti della vela. Oltre 700 persone, provenienti da tutte le parti del mondo, ma solo con tre italiani e due rumeni, prenderanno il largo alla fine di agosto 2023 da Southampton in Inghilterra per circumnavigare il mondo in otto tappe, tutte decisamente ipegnative, ma alcune, date le condizioni climatiche estreme, piu’ impegnative delle altre.
Le tappe 3 e 6 per esempio sono caratterizare da un clima molto freddo e l’oceano Pacifico, non e’ proprio cosi’ pacifico.
Gianluca
Le immagini di una guerra sono sempre agghiaccianti e orribili.
E’ ancor più orrribile quello che un uomo riesce a commettere quando si sente coperto da una causa.
Tutti noi abbiamo visto e vediamo non solo le immagini, ma il terrore e la disperazione di bambini, anziani, donne e uomini assediati, colpiti e macellati per le strade delle loro città che hanno contribuito a costruire negli anni.
Il livello di rabbia e sconcerto mista a ribrezzo e paura cresce in ognuno di noi a tal punto che, alcuni, si stanno chiedendo se non sia il caso di intervenire per fermare questo orrore.
Ma intervenire significherebbe, quasi certamente, un orrore ancora più grande, profondo, devastante e definitivo e nessuno sano di mente può anche solo per un attimo accettarne l’idea.
Sui socials continuiamo a inoltrare messaggi, immagini, filmati sempre più agghiaccianti e le didascalie si riempiodo di frasi di orrore e stimoli ad attivarsi, a fare qualcosa.
Credo che a questo punto si debba pensare molto seriamente a una sorta di guerra diversa.
Una sorta di rappresaglia, che oltre a colpire marginalmente qualche oligarca al quale si è tolto qualche costosissimo giocattolo e aumentare l’inflazione mondiale oltre che la speculazione dei soliti ignoti, colpisca veramente al cuore la capacità di Putin e di quel manipolo di mafiosi guerrafondai che lo circonda da anni, di operare veramente e di scendere miti consigli.
Certo che questo tipo di sanzioni colpirebbero tutti noi, così come sono colpiti i nostri vicini Ucraini, anche se a noi, almeno per il momento non ci sparano addosso.
Certo che questo tipo di sanzioni ci porterebbero dei disagi importanti, che sicuramente renderanno furiosi molti che considerano di vivere da soli in questo mondo, ma se siamo veramente indignati, orribilati e schifati da quello che sta succedendo, bene, allora prendiamo il coraggio a due mani e chiudiamo tutti i rubinetti di gas e petrolio che arrivano dalla Russia.
Molte nazioni, Germania e noi, copite dall’incompetenza di moltissimi governanti che hanno fomentato la dipendenza energetica come sola soluzione possibile ai problemi di approvvigionamento possibile, si troverebbero in gravi difficoltà. Non potremo alimentare le cladaie o il prezzo del gas subirebbe ulteriori aumenti decisivi. Probabilmente il prezzo alla pompa di benzina schizzerà ulteriormente alle stelle, anzi andrà su galassie ancora più distanti, ma sarebbe un nuovo tipo di guerra, una risposta ferma, concreta e decisa contro l’arroganza putiniana.
Non dovremmo convivere con il sordo rumore delle bombe sull’ucrania nella mente, quando ci scaldiamo il caffè, prepariamo la pasta o alimentiamo la nostra macchina per una gitarella ai laghi postando la nostra “indignazione virtuale”, ma sapremo che, ognuno di noi sta facendo la sua parte, piccola parte con un grande sacrificio, ma che non ha nulla a che vedere con il sacrificio di quei milioni di ucraini che oggi stanno tentando, con le unghie e con i denti di fermare un attacco ingiustificabile, un genocidio e una strage che ha, purtroppo, nella storia dell’aggressore, molti riferimenti storici.
Non ho il potere di scegliere cosa dev’essere fatto, ma se si dovesse scegliere di intraprendere questa strada o una qualunque altra strada che vada in questa direzione, non muoverò un dito, non proferirò verbo per lamentarmi o contestare, anzi, stringerò i denti e troverò il modo per assicurarmi il conforto necessario utilizzando altre fonti che non mettano in bilico la mia anima tra il baratro dell’indifferenza e l’oblio dell’ipocrisia.
Che questo sia di lezione per accelerare il processo per rendere le nostre nazioni, ma meglio sarebbe dire ognuno di noi, indipendente energicamente parlando, senza mai più cadere nella rete delle soluzioni ‘facili’ .
Gianluca Testa