Spazio Italia - Radio Timisoara

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23/07/2010

Calda estate.

Sala riunioni Corte Costituzionale Rumena

Sala riunioni Corte Costituzionale Rumena

Tra i vapori, è il caso di dirlo, di quest’estate rumena, ascoltiamo le decine di proclamazioni di intenti che ci assecondano e ci perseguitano ogni giorno. Tra ministri che inneggiano al ritorno dell’imposta in percentuale al profitto ottenuto, presidenti che inveiscono contro scelte delle camere sempre più discutibili, ci troviamo a leggere una nota, decisamente dura, scritta dalla Comunità Europea contro la Romania in quanto, quest’ultima, non ha rispettato gli impegni assunti nei trattati di pre adesione.
La questione è grave e si rifà alla decisione del Senato rumeno, poi validata anche dal resto del Parlamento, di svuotare di tutti i poteri, oltre che dei contenuti, la cosiddetta ANI.
Per i non addetti l’ANI è una sorta di agenzia governativa che avrebbe lo scopo principale di controllare ed eventualmente punire, i cosiddetti “dignitari” che non rispettano le regole, soprattutto quelle dedicate al patrimonio, soprattutto quello dello Stato.
Qualcuno ha fatto in modo che la legge che obbligava i deputati, senatori e ministri, oltre al loro enorme codazzo, di dichiarare i loro averi oltre che a dimostrare come erano riusciti a procurarseli, fosse dichiarata anticostituzionale, dato il fatto che, secondo la Corte Costituzionale, quest’obbligo renderebbe disuguali i dignitari dal resto dei cittadini che invece sono protetti per la loro privacy.
Onestamente, quando ho appreso la notizia, vecchia di qualche settimana, ho pensato ad uno scherzo, contravvenendo ad una regola autoprodotta, di non sottovalutare mai, in questo Paese, ma la cosa sta diventando valida anche in Italia, qualsiasi nota o notizia che sia, anche se apparentemente incredibile.
Mentre i parlamentari possono, per il momento, dormire sonni tranquilli, la Romania rischia la parte finale del trattato di Schengen. Il trattato, di fatto, recita testualmente “Bulgaria, Cyprus, and Romania are not yet fully-fledged members of the Schengen area, since the border controls between them and the Schengen area are maintained until the EU Council decides that the conditions for abolishing internal border controls have been met. ”
Cosa deciderà quindi l’Europa? Una condizione per accettare la Romaniain Europa quale membro di diritto era la lotta contro la corruzione, di cui l’ANI era un importante pilone. Un po’ come dovrebbe essere la nostra Procura anti mafia. Ora è vero che tutte le istituzioni, nate per combattere questioni tipo quelle legate alla corruzione, mafia e quant’altro, possono essere dei paraventi oppure delle reali forze sia oppressive che preventive. Questo effetto in Romania non lo abbiamo propriamente visto, ma il fatto che qualcuno abbia voluto demolirne anche le più piccole forze forse vuole significare che un certo tipo di fastidio ha arrecato o avrebbe potuto arrecare.
Rimane imperativa una domanda. Senza partecipazione del popolo alle elezioni e senza un globale coinvolgimento di tutte le forze civili, sarà solamente un nuovo avvicendamento tra le vecchie figure a sostituire l’attuale potere. Niente di nuovo quindi, niente di nuovo.
Gianluca Testa

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