Spazio Italia - Radio Timisoara

Pensieri politici

16/01/2012

Dubai, Cleveland, Timisoara…

Dubai ski Mall!

Questo 2012 è iniziato viaggiando, almeno per me. Si dice che quello che si compie all’inizio dell’anno avverrà tutto l’anno. Francamente spero che si tratti solo di dicerie popolari. Questi due viaggi mi hanno, se da una parte deliziato, dall’altra profondamente stancato. Il primo, sempre per motivi di lavoro, è stato effettuato a Dubai. Ero già stato in quel posto, ma solamente per un brevissimo transito e non avevo avuto, allora, l’occasione di circolare tra le strade, sarebbe meglio definirle, autostrade cittadine, né tanto meno, visitare alcuni negozi. L’impressione iniziale è di opulenza, ma un po’ per la scarsità delle persone che circolavano per strada, un po’ per la quasi assenza delle persone nelle gallerie dei mastodontici Mall, uno dei quelli famoso nel mondo per contenere al suo interno un vero e proprio impianto sciistico con tanto di seggiovia e piste di sci, un po’ per l’atmosfera che definirei stanca, l’impressione che ne ho riportato è di stallo.
Poche ore dopo, giusto il tempo di disfare la valigia, mi trovavo in America, in Ohio. Li il clima, oltre a quello atmosferico, con oltre trenta cinque gradi centigradi più basso, mi ha dato l’impressione di un sottile fermento. Le ossa dell’America, benché, qua e là acciaccate e forse fratturate, sembra che si stiano, lentamente rimettendo al loro posto. Le proteste, più che giustificate, dal mio personale punto di vista, che hanno occupato le strade limitrofe e la stessa Wall Street, sono state il naturale ed aspettato risentimento di gente comune che ha subito e continua a subire, i risultati di anni fi finanza facile ed aggressiva, che ha arricchito pochi ed impoverito tantissimi. In estrema camera caritatis, non posso non appuntare che nessun “buon padre di famiglia” avrebbe dovuto accettare di indebitarsi di più di quello che avrebbe mai potuto guadagnare, anche se questa considerazione ovviamente, lascia il tempo che trova, visto che “il così fan tutti” per la massa, è la migliore giustificazione che possa esistere.
Ritornato nella vecchia e malata Europa, dopo aver scoperto che il bagaglio, ancora una volta, è giacente in chissà quale deposito del mondo, ho scoperto che in ROmania, le proteste anti governative e contro il Presidente Basescu, sono accese in quasi tutte le città importanti della Nazione. Bucarest in testa, con al seguito TImisoara, si sono coricate con il grave ed amaro sentore che qualcosa, ma soprattutto qualcuno, stia, di nuovo, manovrando le fila della massa, per ottenere il ritorno di un potere che, probabilmente, si sta rendendo conto di aver perso troppo sino ad adesso.
Non si intende essere né giustizialisti né opinionisti affermati, si vuole soltanto tradurre quello che la gente comune, quella che di solito subisce le angherie di pochi tumultuosi – nel comunismo del dopo guerra un manipolo di persone era riuscita ad aizzare le masse per ottenere il vero potere che detenne per oltre quarant’anni – sta in questi momenti pensando. Una nuova manipolazione, gestita da più o meno intelligenti servizi che assoldando i soliti facinorosi, probabilmente obbligati da macchie inconfessabili, sono riusciti a smuovere l’attenzione nazionale ed internazionale. Personalmente credo che, nonostante la base del malcontento sia fondamentalmente giustificato, soprattutto per la massa che ha dovuto subire le scelte di pochi, forse non così avveduti come avrebbero dovuto essere e mi riferisco all’ingresso della Romania nell’Europa Unita, il tentativo di destabilizzare il Governo ed indire nuove elezioni anticipate sarà un tentativo non solo male architettato ma che non darà le sperate conclusioni. Anzi, si potrebbe dare il caso che si ritorca contro gli “organizzatori”.
Non dico, e lo ripeto, che la questione sociale in Romania sia di tutto respiro, anzi. Continuo a chiedermi come possa certa gente, molta gente, a far quadrare il bilancio domestico ogni mese. Poi se raffronto i prezzi, anche quelli al consumo che ho visto a Dubai ed in America, veramente non capisco quali siano le logiche che governano la piazza economica rumena. O, forse le capisco, ma essendo così prepotentemente in contrasto con quell’altra cosa che logica non è ma che si chiama buon senso, mi sento molto combattuto ad accettarla.
Qui tutto è più caro, qui tutto è più esageratamente più caro. Qui se un negozio non vende abbastanza, aumenta i prezzi! Poi, magari, anzi quasi certamente fallisce, ma il prezzo non lo riduce. La concentrazione dei negozi è per definizione stata definitivamente fagocitata da giganteschi centri commerciali, che qui si chiamano Mall, dove il prezzo d’affitto al metro quadrato supera i cinquanta euro più altre spese e balzelli vari, ma dove circolano migliaia se non decine di migliaia di persone al giorno, magari solo per farsi vedere o per cercare un’occasione che, quasi certamente non potranno trovare mai.La corrente costa molto, così come il gas per non parlare della benzina e non solo se raffrontiamo questi prezzi ai salari medi rumeni. Per esempio il litro di gasolio supera l’euro e trenta centesimi e non sembra voler diminuire, anzi.
Nonostante questo scenario, francamente, sono convinto che la Romania sia comunque in un’ottima posizione rispetto quella in cui si trova mezza europa. Le banche qui non devono capitalizzarsi. Il Governo è l’unico che ha avuto il coraggio di tagliare del venticinque per cento il costo dei suoi dipendenti. Nessun altro Governo Europeo ha avuto il coraggio di fare tanto, italiano in testa. IL debito pubblico è, tutto sommato, contenuto. E’ vero che persiste un elevato grado di corruzione, ma per questo serviranno ancora molti anni di tentativi, prima, e di mirati colpi ben assestati, dopo, per poter ricondurre la generale situazione attuale ad sporadici anche se eclatanti casi di corruzione di domani.
Bene quindi, nulla è cambiato, tutto è cambiato? Oppure cambiamo tutto per lasciare tutto inalterato? Viviamo questo nuovo anno e, probabilmente, lo scopriremo, anche se, lo spero con ardore, non sia di nuovo la violenza a dettare legge.
Gianluca Testa

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